Il Parlamento Europeo approva la direttiva aria, l’ira di Tovaglieri: “Uccidono la Lombardia e la sua economia”
La direttiva è stata approvata nonostante l'opposizione di diverse regione avanzate europee, Lombardia in testa. Ora la palla passa ai governi
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Il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva sulla qualità dell’aria, molto contestata dalla Lega e in particolare da Regione Lombardia con il presidente Attilio Fontana in testa. Così l’europarlamentare leghista Isabella Tovaglieri lancia strali contro questa decisione che – dice -«è frutto di un’Europa sempre più miope e masochista che ha deciso di chiudere la Lombardia, il bacino padano e le regioni più avanzate dell’Unione, che trainano l’Italia e l’intera economia europea, creando un danno colossale in termini strategici e di sviluppo».
La Tovaglieri sostiene che per ottemperare alla nuova normativa, che introduce limiti ancora più stringenti per le concentrazioni degli inquinanti, «le aree con caratteristiche morfologiche peculiari, caratterizzate da presenza di montagne e assenza di ventilazione, dovrebbero tornare all’era preindustriale: nella pianura padana il 75% delle attività produttive dovrebbe chiudere, tre quarti dei veicoli in circolazione dovrebbero fermarsi, mentre 6 impianti di riscaldamento su 10 dovrebbero rimanere spenti».
Per la bustocca, membro della Commissione Industria ed Energia del Parlamento europeo, si tratta di «una nuova eco-follia europea che è stata varata nonostante la protesta trasversale delle regioni europee governate anche da partiti progressisti, e nonostante il grande impegno della Lombardia per salvaguardare la salute umana, che negli ultimi 15 anni ha portato alla riduzione del 40% delle concentrazioni annue di biossido di azoto e di polveri sottili».
Come per la direttiva casa green, ora la palla passerà al tavolo delle trattative con i governi nazionali. La posizione dell’Italia è chiara: «Come fatto con il Piemonte, difenderemo il diritto al lavoro, alla mobilità e alla salute, tutelando l’ambiente con buonsenso e pragmatismo, lontani dall’ecologismo ideologico caro alle sinistre che governano a Bruxelles e che tentano in ogni modo di compromettere il futuro dell’Europa».
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