«L’inter ha già vinto il derby, noi milanisti siamo rassegnati come il PD alle regionali». Alla vigilia del derby della Madonnina, Matteo Salvini, affiancato da Daniela Laffusa e Raffaele Cucchi, ha scelto la metafora calcistica per lanciare dal gazebo della Lega in piazza San Magno a Legnano la volata ai candidati del territorio in vista delle elezioni regionali di domenica 12 e lunedì 13 febbraio.

Nella città del Carroccio il Ministro delle Infrastrutture, arrivato in città insieme agli onorevoli Laura Ravetto e Fabrizio Cecchetti e all’europarlamentare Isabella Tovaglieri, ha trovato ad accoglierlo circa 200 persone. «Dal mio Ministero – ha sottolineato il leader della Lega alla piazza – dipende anche il settore della casa ed è un tema sul quale lavoreremo perché ormai prendere una casa in affitto a Milano e provincia costa un occhio della testa: nell’arco dei cinque anni vogliamo portare a casa un nuovo “piano casa” per mettere in circolazione migliaia di case per chi non può permettersi mille euro di affitto al mese, mentre sulle case popolari continueremo a sgomberare chi non ha diritto di occupare una casa popolare al posto di chi la sta aspettando da tempo». Salvini ha quindi indicato come priorità stipendi, bollette, tasse e mutui e non «altre filosofie» come le rivendicazioni degli «anarco-insurrezionalisti che minacciano la rivoluzione» contro il regime del 41bis.

«Da qui a domenica prossima tutti voi potete parlare con amici, colleghi, parenti e conoscenti – è l’appello con cui ha concluso il suo intervento Matteo Salvini -. Siccome le grandi televisioni non stanno parlando del fatto che domenica prossima si vota, sono convinto che se chiedete a dieci persone in dieci vi chiederanno per cosa si vota: attenzione, perché la Regione è quella che si occupa di salute, di ospedali, di tasse, di treni e trasporti, di case, di rifiuti. Le televisioni non ne parlano perché anche loro vedono i sondaggi e siccome la Lega e il centrodestra sono in vantaggio di 15-20 punti percentuali pensano che meno se ne parla, meno gente voterà e meglio sarà».