Elly Schlein: “Apriamo un varco perché il Pd torni a essere la casa di tutti”
La sala Montanari stracolma accoglie la candidata alle primarie per la segreteria del Pd. “Dobbiamo tornare ad essere orgogliosi della nostra comunità. Il cambiamento è possibile”
Quarantacinque minuti di ritardo per Elly Schlein, visto l’intenso tour per la Lombardia, non hanno raffreddato la platea carica di aspettative. Un tempo che ha visto protagoniste tante donne che hanno raccontato la propria esperienza e volontà di lavorare per questa candidatura.
Sul palco un tavolo tutto al femminile e giovane per Elly Schlein. Una rappresentanza che arriva dai vari territori della provincia da Saronno a Cocquio Trevisago, da Varese a Gallarate a Malnate.
Motivazioni diverse per ognuna di loro che hanno scelto di sostenere la candidatura alle primarie per la guida del Partito democratico.
Una sala Montanari pienissima che non è bastata a contenere la partecipazione delle tante persone arrivate per ascoltare la Schlein. Tanti giovani seduti ovunque con un forte entusiasmo che ha accompagnato la serata.
Michelangelo Moffa appena eletto segretario provinciale dei Giovani democratici è stata l’unica voce al maschile oltre ai saluti di Luca Carignola. “Siamo qui perché abbiamo bisogno di alimentare la speranza. La montagna di notizie negative spesso vere che disegna quanto sia complesso vivere oggi. Tutto questo fa perdere speranza nel cambiamento. Noi siamo qui per ribellarci a questo clima ed Elly Schlein sa ascoltare e interpretare i bisogni delle persone. La sua capacità di ascoltare e rappresentare un popolo è ragione di speranza. Il cambiamento è possibile e parte da noi. La disillusione non fa parte di noi”.
In sala il segretario cittadino del Pd Luca Carignola, il sindaco Davide Galimberti e il consigliere regionale Samuele Astuti.
“Questo congresso – ha esordito la Schlein dopo un attacco secco alla destra – ci apre la possibilità di guardare alle sfide della complessità. Arriviamo da una dura sconfitta, ma abbiamo avviato una vera discussione al nostro interno. Il paese, a partire dalla Lombardia, ha bisogno della sanità pubblica e dobbiamo rafforzare il servizio sanitario nazionale. Va ramificata una risposta capillare che non preveda solo gli ospedali nei grandi centri”.
La salute e le questioni sociali hanno rappresentato un primo blocco del discorso. “Noi dobbiamo opporci con forza ai tagli nel welfare perché questo non è un costo, ma un investimento per la nostra società. Abbiamo bisogno di un nuovo gruppo dirigente che spalanchi le finestre e dia maggior ruolo alle donne. In Parlamento siamo tornati indietro rispetto a questo. La politica deve saper dare le risposte. Un esempio concreto è quello della casa perché ci sono sacche di povertà. I punti chiave del nostro programma sono il contrasto alle disuguaglianze, l’ambiente e il lavoro. Va affrontata la precarietà che incide su troppe giovani donne. Dobbiamo ripartire dalla scuola pubblica dando a tutti una stessa base di partenza. Le disuguaglianze e l’emergenza climatica sono elementi connessi e per questo dobbiamo intrecciare le lotte. Dobbiamo creare le basi per una mobilità sostenibile con un trasporto pubblico locale gratuito per i giovani”.
Le comunità energetiche sono un altro dei punti forti del programma di Elly Schlein. “Avremmo bisogno di una comunità energetica in ogni comune. Risparmieremmo e avremmo una migliore qualità dell’ambiente. Dobbiamo accompagnare le imprese alla transizione ecologica”.
“La destra è ossessionata dall’immigrazione e non vede le emigrazioni di tanti giovani che in Italia non hanno opportunità. Dobbiamo scrivere le nuove tutele per i lavoratori dei nuovi lavori solo precari. Dobbiamo tenere insieme le sfide e farlo con apertura. È il nostro tempo e non vogliamo un partito degli eletti e nemmeno delle correnti, ma un partito che sappia curare le ferite. Apriamo un varco perché il pd torni a essere la casa di tutti. Fin quando non cambierà la legge elettorale facciamo le primarie per scegliere i candidati. Non basta una persona solo al comando ma serve una leadership condivisa. Non temo il rischio di scissioni perché non ci possiamo più permettere di spendere energie nelle sole discussioni interne. Degli errori ne abbiamo fatti e ora dobbiamo ricucire. Scriviamo una pagina nuova e il congresso ci serve per avere una identità chiara. Scegliamo chi vogliamo rappresentare perché abbiamo bisogno di una comunità democratica. L’impegno che ci prendiamo è quello di essere orgogliosi di esser parte di questa comunità e non che le persone ci scelgano come il meno peggio. Diamoci una speranza perché abbiamo tanto da dare e votando il Pd uno si sentisse di votare il più meglio. Anche se so che se mi ascoltasse la mia professoressa di italiano mi bacchetterebbe”.
Mezz’ora di discorso intenso e interrotto spesso da lunghi applausi. Una attenzione alla comunità del Pd ma anche una scelta netta dei temi portanti della sua visione della politica.
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