Borghetti e il PD contro la riforma della sanità lombarda: “Non ha attenzione alla medicina territoriale”
Non siamo convinti di questa riforma - spiega il consigliere regionale Borghetti - perchè sono state disattese le indicazioni del governo centrale
«La Lombardia è l’unica regione in Italia che ha cancellato le Asl, preferendo promuovere l’assistenza ospedaliera, privata, alla sanità territoriale», così uno dei passaggi di Carlo Borghetti, consigliere regionale del Pd, intervenendo a Legnano, invitato dal gruppo consiliare del PD, sul tema della riforma sanitaria firmata Moratti-Fontana, «una riforma che non è riforma – ha ribadito l’esponente piddino – perchè ha dimenticato completamente l’attenzione ai minori, agli anziani, alle persone fragili».
Così si spiega, sempre secondo Borghetti, l’eccellenza ospedaliera lombarda, ma anche un posto in fondo alla classifica nazionale della nostra regione in ambito di assistenza domiciliare: «Bisogna sviluppare una medicina territoriale – l’idea del consigliere regionale – assolutamente dimenticata dalla proposta Moratti-Fontana, dove tra l’altro sanità pubblica e privata vengono equiparate in maniera inverosimile».
«Non siamo convinti di questa riforma – spiega sempre Borghetti – perchè sono state disattese le indicazioni del governo centrale che richiedeva il ritorno alle Asl e alle aziende ospedaliere, perchè i Distretti, che ritornano, finiscono sotto la giurisdizione degli ospedali, perchè questo sistema annulla la capacità di programmare e progettare i servizi da parte delle amministrazioni comunali, perchè non è possibile affermare l’equivalenza tra pubblico e privato, con quest’ultimo che gode di una esagerata libertà in quali specialità accreditarsi».
Intervenuta da remoto, Elisabetta Strada, consigliera regionale di Lombardi Civici Europeisti, condivide il pensiero finale di Borghetti, «Non ci resta che un impegno, mandare a casa questo governo regionale nel 2023». Applausi da una sala del Leone da Perego non così affollata, ma ricca di esponenti politici, operatori sanitari e rappresentanti del volontariato locale.
Nella serata, anche l’intervento del vicesindaco legnanese, Anna Pavan, che ha bocciato la riforma con una serie di dettagliate considerazioni. La riforma, insomma, per il nostra vicesindaco, «mantiene alcune ambiguità, come la nuova suddivisione tra ATS e ASST, e non aiuta nella individuazione di riferimenti chiari ed efficaci per i comuni. Sarà quindi compito dei comuni richiamare e ricostruire ambiti e meccanismi chiari per l’interlocuzione e l’integrazione tra ATS-ASST-Ambiti piani di zona».
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