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“Erdogan dittatore”: Mario Draghi, promosso da Paolo Alli unico vero leader europeo

Secondo Alli, il nostro capo del governo ha dimostrato che, se non sarà al Quirinale, potrebbe essere un ottimo presidente della Commissione europea

mario draghi

«Non ricordo che un capo di governo di un Paese occidentale abbia avuto l’ardire di chiamare “dittatore” il Presidente turco. Lo ha fatto Mario Draghi, con il suo aplomb un po’ britannico, reagendo allo schiaffo inferto a Ursula Von der Leyen. cioè alla detestata Europae. dallo stesso Erdogan». Nella sua collaborazione alla rivista online “formiche.net”, Paolo Alli, politico legnanese, già presidente dell’assemblea Nato, commenta il recente caso del “sofagate”  e ancor più alla definizione data dal premier Draghi alla “dittatura” di Erdogan.

«La reazione turca è stata immediata, nervosa e scomposta – scrive ancora Alli -. Al di là della inevitabile convocazione dell’Ambasciatore italiano, peraltro ricevuto dal viceministro degli Esteri, neanche dal ministro, Erdogan ha fatto fare al suo ventriloquo, il Ministro degli Esteri Cavusoglu, una affermazione del tipo: “come si permette un qualsiasi primo ministro nominato di metter in discussione la legittimazione democratica di un presidente eletto?“. Affermazione rivelatrice del pensiero totalitario del leader turco, che mette nel mirino, in un solo colpo, tutte le democrazie parlamentari, bollandole, implicitamente, come antidemocratiche. Certamente Erdogan si è molto arrabbiato perché sa che Draghi ha detto quello che tutti in occidente pensano, e che le parole in questione non possono essere stato un errore di linguaggio, perché chi le ha pronunciate è troppo attento a queste sfumature».

«Draghi ha dato un forte segnale sia alla pavida Europa, sia ai superficiali Stati Uniti, richiamandoli alla necessità di un riequilibrio di forze nella regione. Un segnale che non poteva non fare innervosire Erdogan che, insieme all’amico-nemico Putin (due tattici di primissimo ordine), ha approfittato del vuoto geopolitico lasciato dall’Occidente per cercare di spartirsi le spoglie (e il petrolio) della Libia e il controllo dell’intera sponda sud del Mare Nostrum», così ancora l’analisi di Alli che continua «all’indomani dell’”incidente”, l’UE ha balbettato una dichiarazione insignificante, limitandosi ad un generico richiamo al rispetto dei diritti umani, ma Mario Draghi non ha ritirato, come chiedeva Ankara, le proprie dichiarazioni. Questo la dice lunga sulla determinazione del nostro Primo Ministro. Erdogan non ha, per il momento, buttato ulteriore benzina sul fuoco, ma da lui ci si può aspettare di tutto».

«Mario Draghi – Alli chiude il servizio con riferimenti nazionali a sostegno del nostro capo del governo – ha comunque messo a segno un colpo da maestro, ponendosi come difensore non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa e degli alleati occidentali. Andando all’attacco in un momento delicatissimo, ha dimostrato coraggio e lungimiranza. Del resto, l’uomo che ha salvato l’Euro e, con esso, l’Europa, può prendersi libertà che pochi altri leder oggi possono permettersi. Non so se Mario Draghi sarà il prossimo Presidente della Repubblica Italiana, certo sta dimostrando che sarebbe un perfetto Presidente della Commissione Europea. Nel frattempo, prepariamoci ad una reazione di Putin, che non può non sentirsi messo anch’egli in discussione dall’iniziativa e dalle parole di Draghi che, in fondo, sono rivolte anche a lui. Ma questo è un altro capitolo che affronteremo presto».

Per il servizio completo in formiche.net, cliccare qui

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Pubblicato il 13 Aprile 2021
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