Accam, se il piano non passa il 31 marzo inizia lo spegnimento dell’inceneritore
Il consiglio comunale di Busto Arsizio rimane fortemente diviso e solo il voto di giovedì in aula scioglierà definitivamente i dubbi sul nuovo piano industriale di Amga e Agesp. Intanto c'è una data di chiusura: il 30 aprile
Ancora un nulla di fatto dalla seconda commissione in 7 giorni su Accam. Il peso della decisione si fa sentire con il sindaco di Busto Arsizio che sa di non avere una maggioranza propria sul tema e una parte dell’opposizione che non sembra disposta a fare da stampella al primo cittadino, almeno per ora.
Il primo cittadino Emanuele Antonelli, che una settimana fa aveva esplicitato l’indirizzo di Busto Arsizio verso la formula della ristrutturazione societaria per poi cedere l’inceneritore alla newco formata da Amga, Agesp e Gruppo Cap, ieri sera ha aggiornato i consiglieri della corrispondenza fitta di questi giorni tra Accam, il sindaco di Legnano, alcuni soci minori di Amga e l’amministrazione di Busto Arsizio: «Sono arrivate le lettere che ho provveduto ad inviare a tutti i consiglieri. Una lettera della città di Legnano del 25 febbraio in cui si dice che il coordinamento soci Amga di Legnano chiede che il comune si esprima mediante delibera del consiglio comunale in maniera chiara ed inequivocabile, in tempo utile, mettendo a disposizione il terreno per un tempo di almeno 25-30 anni e la messa a disposizione di risorse economiche tramite Agesp, sufficienti per la messa in sicurezza dell’impianto. Questo significa che ritengono quel piano industriale, mandato ad Agesp, ancora valido. Abbiamo risposto con una lettera in cui diamo disponibilità a fare il nostro dovere. La terza lettera è stata mandata da Accam ai comuni soci in cui spiega quali sono i termini di spegnimento dell’impianto entro il 30 aprile 2021. Ci vorranno 4 settimane lavorative e senza accordo il 31 marzo inizieranno le operazioni».
Oggi l’assemblea dei soci di Accam si riunirà alle 16,30 per la presentazione del percorso che il cda intende seguire (la ristrutturazione aziendale ai sensi della legge 182 prefallimentare) per poi poter dare seguito al piano industriale. Non si voterà nulla, né i bilanci 2019 e 2020, né il piano ma si manterrà l’assemblea aperta fino a lunedì prossimo quando i comuni dovranno finalmente decidere. Una scelta dettata dalla necessità di dare il tempo ai sindaci di portare la questione nei propri consigli comunali e votare l’indirizzo.
Il dibattito in commissione ha fatto comunque emergere una novità importante: la data per l’inizio delle operazioni di spegnimento che è stata fissata per il 31 marzo. Per la prima volta si prospetta in maniera plastica lo spettro per alcuni, il traguardo per altri, della chiusura di Accam.
Al momento le posizioni dei gruppi consigliari restano congelate: la Lega continua a dire che non voterà un piano che non preveda una data di spegnimento per Accam, i 5 Stelle sono contrari ad ogni ipotesi che preveda la continuità operativa dell’inceneritore, il Pd sceglie di attendere e non esprimere il proprio parere fino a quando la Lega non chiarirà se sta col sindaco oppure no. Dalla parte di Antonelli, l’unico insieme a Farioli davvero convinto che questa sia la strada giusta, ci sono al momento Forza Italia e Fratelli d’Italia.
I prossimi passaggi di questa crisi infinita sono l’assemblea dei soci di oggi (ore 16,30), una nuova commissione su Accam a Busto Arsizio (prevista per mercoledì sera), il consiglio comunale di giovedì quando si voterà l’indirizzo di Busto e l’assemblea dei soci di lunedì prossimo 8 marzo, ultimo atto di una vicenda che se non accende i cuori della stragrande maggioranza dei cittadini, preoccupa molto gli amministratori locali.
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