Qualità dell’abitare, Legnano “allarga” il progetto ma è scontro in consiglio comunale
Opposizioni critiche sulla scelta del comune di Legnano di partecipare al bando per la qualità dell'abitare con Parabiago e Rescaldina dividendo gli eventuali finanziamenti
Si allarga il progetto “targato” Legnano per il bando nazionale per la qualità dell’abitare promosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo con lo scopo di riqualificare e incrementare il patrimonio residenziale sociale, rigenerare il tessuto socio-economico, incrementare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici e migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Bando per la qualità dell’abitare, Legnano punta a rimettere a nuovo l’ex Casa del Balilla
Se fin da subito l’amministrazione aveva deciso di puntare sulla ex Casa del Balilla di via Milano per farne la centrale operativa di un progetto di “telemonitoraggio” per gli alloggi di proprietà del comune (ristrutturando comunque l’intero edificio e restituendo quindi anche la palestra alla cittadinanza), ora il progetto coinvolge anche la ex sede della Provincia di Milano in via dei Mille – che pure non di proprietà del comune – e l’immobile sottratto alla criminalità organizzata di via Galvani.
L’immobile da 1.200 metri quadri di via dei Mille fino agli anni ’80 ha ospitato la Caserma dei Carabinieri ed è stato poi ristrutturato a cavallo del passaggio al nuovo millennio diventando sede distaccata dell’allora Provincia di Milano. Il magazzino e la casa di corte di via Galvani, invece, sono stati confiscati alla criminalità organizzata nel 2014 e nell’estate del 2018 sono stati poi acquisiti dal comune al termine di un iter avviato dalla giunta Centinaio. Per i due edifici, se il bando premierà Legnano, si apre un futuro legato all’housing sociale, che peraltro per via Galvani era già stato ipotizzato dall’ultima giunta di centrosinistra.
Il progetto dell’amministrazione è finito nel mirino delle opposizioni durante l’ultima seduta del consiglio comunale cittadino, quando il Movimento dei Cittadini e la lista Toia hanno contestato sia gli obiettivi selezionati dalla giunta, sia – e soprattutto – la scelta di non partecipare direttamente al programma ma di passare attraverso Città Metropolitana facendosi portavoce di una proposto di area vasta che coinvolge anche Parabiago e Rescaldina, che diversamente non avrebbero avuto titolo per partecipare al bando, riservato a Regioni, Città Metropolitane, capoluoghi di provincia e comuni con più di 60mila abitanti. Compartecipazione che comporta anche l’eventuale divisione delle risorse: i 15 milioni che potrebbero arrivare dal bando andrebbero infatti ripartiti in uguale misura tra i tre comuni.
«La proposta deve contemplare azioni coordinate sul territorio per specifiche politiche regionali attuate con la collaborazione di altri enti e soggetti istituzionali – ha ribadito l’assessore all’urbanistica, Lorena Fedeli -. Sia la scelta di procedere con un progetto sovracomunale, sia la scelta di collaborare con Città Metropolitana, non solo sono un valore aggiunto a livello sostanziale, ma sono addirittura premianti. È fondamentale sottolineare che Legnano si è assunta, in una situazione molto delicata, l’onere e l’onore di essere fin da subito portavoce di un territorio che non si conclude ai confini comunali: questo progetto è rappresentativo del nostro spirito di voler essere un punto di riferimento per l’Alto Milanese. La nostra richiesta è conforme a quanto previsto dal bando, tant’è che dopo una prima analisi Città Metropolitana ha chiesto di integrarla con un nuovo stabile per aumentare le prospettive di housing sociale, ma non l’ha bloccata».
Porte chiuse anche all’idea di un secondo progetto con cui Legnano potrebbe correre da sola: «La nostra scelta è quella di presentare un solo progetto – ha chiarito Fedeli -: abbiamo svolto un’analisi con gli uffici per verificare quali strutture aveva a disposizione il comune da poter inserire in questo progetto e gli altri immobili destinati ad abitazioni del comune sono già coperti da altri bandi: sarebbe stato inutile cercare di recuperare immobili che dispongono già di una diversa copertura finanziaria».
Le posizioni di maggioranza e opposizione sono comunque rimaste distanti: «Il progetto presentato è una misera cosa – ha replicato Franco Brumana -: c’è la possibilità di chiedere 15 milioni e Legnano, che è ricca non ha bisogno di soldi, ne chiede solo cinque e fa un regalo a Rescaldina e Parabiago. Il progetto dovrebbe essere unitario mentre qui è frammentato in progetti tra loro distinti che non hanno nessun collegamento, e riguarda due città non coinvolte dal bando, che è rivolto ai centri di almeno 60mila abitanti. Faccio comunque gli auguri al progetto elaborato, anche se è stato fatto molto male e con una lettura distratta del bando, ma questo comunque non pregiudica le altre possibilità. Il termine scadrà a metà marzo: mettetevi a lavorare e presentate un altro progetto». Le idea al capogruppo del Movimento dei Cittadini non mancano. A partire dall’area di via Menotti dove una volta si trovava una delle due piattaforme ecologiche di Legnano, recentemente messa all’asta, che potrebbe fare da cornica ad alloggi di edilizia popolare o convenzionati, un centro civico, ambulatori e negozi. Così come progetti simili potrebbero trovare casa in altre aree periferiche della città.
Asta deserta per l’ex piattaforma ecologica di via Menotti a Legnano
Critico anche Francesco Toia: «Quello che mi preoccupa è che Parabiago e Rescaldina non hanno 60mila abitanti e lavorare con loro va contro la logica del bando. Non riesco a capire perché fare rete dividendo in parti uguali le risorse: stiamo regalando 10 milioni a comuni che non rientravano nella logica con cui è stato scritto il bando, mentre l’obiettivo avrebbe dovuto essere quello di cercare di portare a casa tutti i soldi».
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