Case popolari, Legnano in rosso per 1,3 milioni di euro
A Legnano la gestione delle case popolari è in rosso per oltre 1.321.811 euro. Sono 90 al momento gli inquilini morosi nei 378 alloggi comunali
A Legnano la gestione delle case popolari è in rosso per oltre 1.321.811 euro. La cifra “monstre” che manca alle casse di Palazzo Malinverni fa riferimento alla somma di canoni di locazione e spese condominiali non pagate da 90 inquilini dei 378 alloggi, 48 box e 8 posti auto che compongono il patrimonio di edilizia residenziale pubblica del comune: l’ammanco si riferisce infatti per 978mila euro ai canoni di locazione e per 334mila euro alle spese condominiali. Circa 464mila euro sono morosità che risalgono al periodo precedente al 2016, anno in cui la gestione è passata ad Euro.PA, mentre altri 857mila euro riguardano il periodo compreso tra il 1°gennaio 2016 e fine dicembre 2019.
La cifra resta alta anche al netto dei possibili casi sociali, ovvero di quelle posizioni dove per particolari condizioni di fragilità o di impossibilità a far fronte al debito potrebbe essere il comune a ripianare le somme dovute: al momento, infatti, i servizi sociali stanno vagliando situazioni di questo tipo per un importo complessivo pari a 234mila euro e anche al netto dell’intervento di Palazzo Malinverni il totale delle morosità rimarrebbe intorno ad 1,1 milioni di euro. Non sarebbe peraltro la prima azione di questo tipo da parte del comune: già dopo il primo report consegnato da Euro.PA a seguito dell’affidamento dell’incarico e le conseguenti verifiche da parte dei servizi sociali, infatti, l’allora giunta Centinaio si era fatta carico di 55 posizioni di morosità accumulate dal 2011 al 2015, per un totale di 235.261,42 euro.
La storia della gestione delle case popolari comunali fin qui ha visto la partita passare di mano già a diversi gestori: Aler Milano, che se ne è occupata fino al 2011, Aler Busto Arsizio, che è subentrata dal 2011 al 2014, Castellanza Servizi Patrimonio, che ha fatto da ponte nel 2015 mentre veniva valutata la possibilità di affidare il servizio in house alla neonata Euro.PA, come poi è stato fatto prima per un anno e poi per altri quattro. Il contratto però scade tra poco più di un mese, a fine dicembre, e proprio la gestione della partecipata – che peraltro dello stesso servizio si occupa anche per altri otto dei sedici comuni soci – è finita sul banco degli imputati durante l’ultima seduta del consiglio comunale a seguito di un’interrogazione del Movimento dei Cittadini, contrario al rinnovo dell’affidamento.
Nel mirino del consigliere Franco Brumana è finito soprattutto il ritardo con cui la multiservizi ha avviato l’iter legale per il recupero dei crediti di importo superiore ai 3mila euro, partito solo lo scorso anno e al momento riferito alle posizioni di 74 inquilini per un totale di 943.128,80 euro. Tra il 2019 e il 2020, peraltro, anche il comune, che attraverso il proprio ufficio legale si occupa delle morosità al di sotto dei 3mila euro, ha emesso 68 provvedimenti amministrativi ingiuntivi e proprio in questi giorni si avvia ad emetterne altri cinque.
L’intenzione dell’amministrazione arancione di Lorenzo Radice è comunque quella di procedere ad una proroga del contratto, verosimilmente per un periodo di sei mesi. «Il tema risulta molto complesso, sappiamo che ci sono alti valori di morosità identificati fin dal 2016 che esigono di essere riscossi per il bene della collettività – ha spiegato l’assessore alla città bella e funzionale, Marco Bianchi -. Sicuramente l’amministrazione intende avviare verifiche sulla gestione attuale in modo da mettere in luce eventuali criticità nel monitoraggio e recupero delle morosità. Desideriamo comprendere quali siano i margini di miglioramento nella gestione per evitare che le morosità continuino ad accumularsi peggiorando la situazione in essere già molto critica. Dato che Euro.PA ha dato incarico ad un ufficio legale ed ha iniziato le operazioni di riscossione del credito, la giunta intende procedere con una proroga del contratto perché non ritiene di avere tempo sufficiente in queste poche settimane per valutare un tema così delicato. Con la proroga intendiamo consentire la verifica delle azioni intraprese da Euro.PA, e dare tempo a giunta e uffici per mettere a fuoco le tematiche di miglioramento della gestione».
Decisione sbagliata per il Movimento dei Cittadini, che ha ipotizzato anche di chiamare in causa la Corte dei Conti. «Si parla di individuare criticità, ma le criticità sono palesi – ha replicato Brumana -: mancano 1,3 milioni di euro che potrebbero essere impegnati magari nei servizi sociali e nell’aiuto alle famiglie colpite dal Covid. C’è la dimostrazione palese e reiterata della totale inadempienza e incapacità di Euro.PA di attendere a questo compito: ha nominato l’avvocato dopo quattro anni, per quattro anni inquilini hanno avuto la netta sensazione di poter non pagare perché tanto il comune non si interessava dell’incasso dei soldi. I casi sociali sono minimi, gli altri casi sono frutto di una disattenzione che dura da anni. La situazione è molto grave: il comune deve interrompere il contratto con Euro.Pa e ricercare altre soluzioni, magari incaricare qualche amministratore di condominio che svolgerebbe compito con metà della spesa, e individuare le responsabilità. Se il comune di Legnano ha intenzione di assumere un atteggiamento così morbido nei confronti di Euro.PA, la situazione dovrà essere portata necessariamente alla Corte dei Conti per individuare responsabilità e far pagare a chi ha causato enormi danni al comune quanto deve risarcire».
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