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Palio di Legnano

La contrada San Martino si racconta: nuova casa, ricordi e aspirazioni per il futuro

L'occasione è servita per conoscere meglio una delle otto protagoniste del Palio di Legnano che quest'anno si è presentata al campo Mari con il Carlo Sanna a difendere i colori biancoblu

Contrada San Martino

Chiusura dell’anno paliesco con la tradizionale “Cena di Chiusura” nella contrada San Martino. I contradaioli, sabato 22 giugno, hanno salutato un anno che ha regalato molte emozioni in un maniero nuovo di zecca, simbolo di orgoglio e appartenenza per tutta la contrada.

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L’occasione è servita per conoscere meglio una delle otto protagoniste del Palio di Legnano che quest’anno si è presentata al campo Mari con il Carlo Sanna a difendere i colori biancoblu.

Una nuova casa


Da poco meno di un anno la contrada San Martino ha una nuova residenza, il maniero di via XXIX Maggio al civico 207. L’inaugurazione era prevista per il 1 maggio ma visto il maltempo è stata annullata. «Abbiamo traslocato – ha detto la gran priore Cristiana Moretti – per forze di causa maggiore ma come al solito siamo stati capaci di trasformare le difficoltà in opportunità. Da una situazione potenzialmente difficile abbiamo tratto il massimo del beneficio e siamo stati in grado di portare la contrada ad avere una nuova casa definitiva e questa è la cosa più importante di tutte».

Il nuovo maniero, contrariamente al precedente, è di proprietà della contrada e questo dà un maggior senso di appartenenza. «Il cambio di maniero – ha detto il vice gran priore Luca Barlocco – è stato l’atto più significativo degli ultimi 30 anni, perché finalmente abbiamo preso un maniero che è nostro e questo garantisce un futuro per tutti, nel senso che finché vive la contrada vive anche questo maniero».

Sono tante le emozioni suscitate dal cambio di residenza, da una parte la nostalgia dei momenti vissuti in quello vecchio e dall’altra la voglia di costruire qualcosa di nuovo. «Cambiare maniero è stata un’emozione forte, – ha detto la contradaiola Cinzia Giucozzi – perché mentre quello vecchio l’ho vissuto da ragazzina e quindi me lo sono trovata, in quello nuovo ho partecipato proprio alla realizzazione».

«Il cambio del maniero l’ho vissuto molto bene, – ha raccontato Simone Di Giovanni – è stato molto bello da vivere perché è stato costruito dalla contrada e quindi lo sento molto “mio”. È stato un bel passaggio, sono molto affezionato al vecchio maniero ma quello nuovo porta con sé bei ricordi e bei momenti e comunque è frutto del lavoro di tutti».

Le aspettative per il futuro


Le aspettative sono sempre tante e molto alte. «L’importante – ha detto il gran priore Cristiana Moretti – è che ci sia la consapevolezza di aver fatto tutto quello che era nelle proprie opportunità per tentare di cogliere il risultato migliore, noi in questi 4 anni lo abbiamo fatto in step successivi. Ogni anno è stato diverso e ci ha portato a un risultato importante come quello di una casa nuova».

Le contrade hanno una funzione aggregativa molto importante. «Quello che mi auspico per il futuro – ha detto il vice gran priore Barlocco – è che i giovani riescano a cogliere tutte le sfumature della contrada, che vanno dagli abiti alla corsa e dal divertimento al lato culturale».

Dietro le quinte della sfilata


Non tutti sanno quanto lavoro, passione e dedizione i contradaioli dedicano alla sfilata. «Il lato costumi e sfilata – ha detto Luca Barlocco – secondo me è molto sottovalutato, l’ultima domenica di maggio vediamo una sfilata di più di 1200 persone e diamo per scontato che i costumi siano sempre quelli e perfetti, ma questo non è vero. C’è dietro un grande lavoro nel recupero e nel mantenimento di abiti, mantelli storici e nel realizzare nuovi progetti. La maggior parte delle persone non sa quanto impegno c’è dietro».

Un esempio di come le contrade si prendono cura dei propri costumi è quello del rifacimento delle due Bande della Vittoria danneggiate durante il Palio 2023 a causa della bomba d’acqua che ha colpito il campo Mari. «In seguito alla forte pioggia avvenuta durante il Palio 2023 – ha spiegato la gran priore Cristiana Moretti – molti abiti hanno subito dei danni. La contrada ha contribuito personalmente a ripristinare questi danni e quindi abbiamo fatto realizzare due copie identiche delle Bande della Vittoria degli anni ’57 e ’67, che erano assolutamente inservibili. Le copie – ha concluso Moretti – sono state fatte realizzare seguito di un consulto con gli esperti restauratori e conservatori che si occupano del tessile per quanto riguarda la Commissione permanente dei costumi del Palio di Legnano».

Un luogo d’incontro fra generazioni


«Come gran dama – ha commentato Marida Cattaneo – mi occupo in particolar modo del gruppo donne e bambini, infatti abbiamo creato un gruppo che si chiama “Bimbi e nonni” dove cerchiamo di far incontrare queste due espressioni della vita. I risultati sono stati buoni e ho visto un incremento sia della parte femminile della contrada sia tra i piccolini e questo mi ha dato tanta soddisfazione».

Un tuffo nel passato


Per un contradaiolo è sempre difficile scegliere il momento paliesco più bello da raccontare. «Ce ne sono tanti di aneddoti, – ha precisato Cinzia Giucozzi – ricordo con gioia le vittorie ma quella che forse più mi ha colpito è quella del 1992. Io sono arrivata in contrada nel ’91 quindi quella del ’92 è stata travolgente non tanto per quello che ho provato io ma per ciò che ho visto nei volti di quei ragazzi che per 25 anni hanno partecipato al Palio senza mai veder vincere la propria contrada».

La contrada, un posto sicuro


«Sono cresciuta sotto i colori biancoblu, – spiega Stefania Gatti – è stato amore da quando ero bambina e vedevo il Palio con i miei genitori. Ho sempre visto nella contrada un posto sicuro in cui crescere e poter esprimere gioia, lavoro e tutto quello che ci può essere all’interno di una contrada. Essere contradaiola implica lavoro, divertimento e anche sacrificio perché porta via tanto tempo alla vita privata, ma se ci credi veramente e vuoi portare avanti gli obiettivi che ti sei prefissato diventa una grande soddisfazione vederli realizzati».

Il ruolo delle donne all’interno della contrada


«Il ruolo delle donne – racconta la contradaiola Anna Calamariqui in contrada è molto importante. Sono sempre stata dell’idea che il gran priore dovesse essere uomo però mi sono ricreduta perché le donne hanno quella marcia in più che mi sento di riconoscere a tutte le donne che hanno ricoperto questa carica».

La contrada San Martino ha una componente femminile da sempre molto forte. «Arrivo – commenta la gran priore Cristiana Moretti – da un’eredità a livello di gran priori donne davvero molto importante».

«Nella nostra contrada – ha detto la contradaiola Stefania Gatti – ci sono delle ragazze giovani che stanno lavorando all’interno della scuderia e dell’ambiente corsa. Spero che possano crescere nel mondo della corsa e della scelta sia del fantino che del cavallo».

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Pubblicato il 24 Giugno 2024
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