“La Flora alza il dito verso il Crocione, come il bimbo quando indica qualcosa che desidera con forza”
La contrada festeggia la reggenza e sogna con il ritorno al Cascinone di Valter Pusceddu di riabbracciare la Croce di Ariberto d'Intimiano
La Flora, contrada più vincente in questo secolo, ritrova la sua reggenza e festeggia nel contempo il ritorno del “suo” fantino più amato, Valter Pusceddu. L’investitura celebrata in una chiesa Santi Martiri sempre affollata in queste occasioni è stata opportunità per rinnovare la voglia di aggregazione e di socializzazione da parte di un ambiente contradaiolo costantemente carico di passione e di entusiasmo.
Durante la celebrazione della messa hanno ricevuto le insegne Pietro Colombo, gran priore, Vincenzo de Milato, capitano, Martina Roveda, castellana, Alessio Marinoni, scudiero, e Graziella Baroni, gran dama. Con loro, Simone Ceriani, banda del capitano, e Matteo Niccolò Bianchi, gonfaloniere.
«La contrada – ha ricordato il parroco don Walter Zatta – ha il compito di tramandare ai giovani i veri valori che avevano pensato i padri fondatori del Palio. Quindi, tra le sue finalità, un posto prioritario è da assegnare a quella di aiutare i più bisognosi e dare attenzione al prossimo. I contradaioli devono essere un esempio per questo alle nuove generazioni».
«Le contrade sono il simbolo dell’appartenenza a questa nostra città – ha poi concluso il sacerdote -. Come il bambino indica, puntando il dito, ciò che vuole e che attira la sua attenzione, così anche il nostro dito oggi è rivolto verso il crocione che ogni contradaiolo vorrebbe toccare».
Subito, facile immaginare, il pensiero dei contradaioli rossoblu è volato a Valter Pusceddu, alle sue vittorie alla Flora da fantino e da allevatore, e oggi tornato al Cascinone in entrambe le vesti con una gran voglia di alzare non solo il dito, ma soprattutto il nerbo.
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