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Palio di Legnano

Il Palio di Legnano in una tesi di laurea analizzato come azienda che produce costi e ricavi

Valentina Giussani, appassionata contradaiola di Legnarello che unisce la passione per i numeri a quella del cucito nella commissione costumi, si è laureata alla Cattolica di Milano in Economia delle Imprese e dei Mercati

valentina Giussani

Tesi di laurea sul Palio di Legnano ne abbiamo avute. Anche interessanti e meritevoli di plauso. Quella con cui in questi giorni si è laureata Valentina Giussani alla Cattolica di Milano in Economia delle Imprese e dei Mercati ha in più un carattere di originalità. Nessuna storia approfondita del costume, nessun riferimento robusto a tradizioni, ma piuttosto il palio inteso come azienda che produce entrate ed uscite, costi e ricavi. Una ricerca puntata sul passato, attraverso l’analisi di momenti specifici. Commenta la neo dottoressa: «La ricostruzione della prospettiva storico-economica è stata divisa su tre periodi. Il primo sulla spiegazione delle radici folkloristiche italiane sotto una lente socio-normativa, con un’introduzione all’evento oggetto di studio. Il secondo, l’analisi storica dell’evento Palio dagli anni ’30 fino agli anni ’90 con l’evoluzione dell’organizzazione. Il terzo, ed ultimo,  gli aspetti economici tramite l’utilizzo di tre diversi documenti finanziari risalenti a tre diversi anni».

Il primo bilancio è quello del 1952, anno della ripresa del palio, dopo il conflitto mondiale: «Nelle manifestazioni del 1952 e successive, l’amministrazione comunale ricopre un ruolo solo marginale. Al successo concorre soprattutto la partecipazione attiva e soprattutto volontaria dei cittadini. Tra i canali di sostegno ci sono sponsorizzazioni, donazioni e partecipazione diretta. All’interno del contesto “Palio” i primi investitori-promotori sono proprio le contrade», documenta Valentina, allegando il prospetto dei conti in dare e avere delle contrade per la Sagra del 1952

Il passaggio agli anni Sessanta evidenzia un dato interessante. Il palio produceva al Collegio dei capitani residui attivi in ogni edizione. Dopo quello del 1962 fissato in quasi 264mila lire, ecco le 207mila lire del 1963 su un impegno poco superiore a 650mila lire. Tra capitani e contrade, il contributo superava 150mila lire, identico a quello del Comitato Sagra.

Il terzo ed ultimo documento risale alle edizioni 1986 e 1987, anni in cui la gestione contabile passa sotto diretto controllo dall’Amministrazione Comunale.

«Cinque sono gli aspetti che emergono dalle osservazioni riportate su alcune voci contabili – spiega Valentina – . L’impegno assunto dall’organizzazione in iniziative di beneficenza; Proposte di futuri investimenti; Incremento degli avanzi di gestione dovuti all’evento collaterale “Provaccia”; Gestione attenta e strategica delle risorse con la costituzione di un fondo per coprire eventuali perdite future e garantire la continuità dell’evento; Mettere in luce criticità, quali l’aumento sostanzioso dei costi fissi e il mancato incasso di una sovvenzione regionale».

 

Conclude la neodottoressa e appassionata contradaiola di Legnarello che unisce la passione per i numeri a quella del cucito nella commissione costumi coordinata dal prof. Alessio Francesco Palmieri Marinoni: «L’analisi della documentazione presentata illustra come la rievocazione è frutto non solo di un interesse e impegno statale per la salvaguardia del folklore, ma anche della coesione sociale, ovvero l’impegno di una comunità intera, nel mantenere vive le proprie tradizioni. È la combinazione di sforzi, passione e volontà di molteplici attori quali contrade, aziende del luogo, autorità e privati cittadini che alimenta e rende unica ogni anno la manifestazione facendo vivere agli spettatori emozioni da “CardioPalio” in una atmosfera surreale che combina storia e modernità».

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Aprile 2025
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