Legnarello riempie il maniero con una cena dedicata a castellane, gonfalonieri e ai più piccoli
Una serata di festa ma anche all'insegna dei ricordi quella vissuta venerdì 10 maggio al maniero della contrada Legnarello. Tanti i partecipanti alla cena dedicata alle castellane, ai gonfalonieri e ai bimbi
Il maniero di Legnarello ha acceso i fuochi per la cena delle castellane, dei gonfalonieri e dei bambini. Nella serata di ieri, venerdì 10 maggio, i contradaioli giallo rossi con il loro consueto calore ed entusiasmo hanno riempito il maniero con più di 100 persone. Numerosi i piccoli contradaioli “raggi di sole”, futuro della contrada, ai quali è stata riservata un’attenzione particolare con un ambiente dedicato esclusivamente a loro.
Un tuffo nel passato
La serata è stata anche l’occasione per un amarcord da parte di alcuni contradaioli storici, che si sono emozionati ripensando ad alcuni eventi che hanno segnato la vita di contrada. «Legnarello è una contrada che ha sempre portato con sé un bagaglio importante sin dal passato, – ha detto Maria Antonietta Castellini, castellana vincente nel triennio 1987, ’88 e ’89 (vittoria) – io ero molto giovane quando ho fatto la castellana ma devo dire che questa cosa me la porto ancora dietro e la sento tantissimo». Sono tanti i cambiamenti che il mondo del Palio ha affrontato negli ultimi anni. «Il Palio è cambiato moltissimo e anche il modo in cui lo si vive, – ha detto la castellana non reggente Maria Antonietta – a quei tempi ci si divertiva in maniera diversa. Adesso è tutto molto più in grande e le cose vengono fatte sicuramente meglio, come la rievocazione storica dei vestiti che viene curata maggiormente, però ho tanti bellissimi ricordi».
In questi anni le contrade hanno visto crescere il proprio numero di iscritti. «Le contrade sono cambiate radicalmente, – ha detto il contradaiolo Danilo Oldrini scudiero nell’anno della vittoria del 1989 – quando avevamo 20 anni c’era da gestire un manipolo di ragazzi mentre ora ci sono molte più situazioni. Non esisteva un gruppo costumi, se eri in contrada ti occupavi sia degli abiti ma anche di cucina e tutto quello di cui si aveva bisogno perché i numeri erano limitati». Quello che però non cambierà mai è il sentimento che lega i contradaioli giallo rossi. «C’è un legame che la contrada ti porta ad avere che non esiste in nessun altro posto» ha concluso Oldrini.
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