L’abbraccio della contrada Sant’Erasmo per la “sua” reggenza: «Viviamo il Palio con leggerezza»
Il gran priore Andrea Clementi, il capitano Fabio Meneghin e la castellana Michela Mazzucco hanno giurato fedeltà ai colori della contrada Sant'Erasmo
La chiesa di San Pietro “sommersa” dal bianco e dall’azzurro, i tamburi e le chiarine e la musica di Branduardi hanno colorato l’abbraccio della contrada Sant’Erasmo per la “sua” reggenza, con il gran priore Andrea Clementi, il capitano Fabio Meneghin e la castellana Michela Mazzucco che, accompagnati dallo scudiero Marco Banfi e dalla gran dama Marinella Zagato, sabato 9 aprile hanno giurato fedeltà ai colori del Corvo in vista del prossimo Palio.
Voci diverse, quelle che hanno punteggiato la cerimonia di investitura religiosa della reggenza, ma tutte pronte a far risuonare un unico messaggio: si può fare. A partire dal parroco don Stefano Valsecchi, che ha celebrato la messa che ha “ospitato” la promessa della contrada Sant’Erasmo insieme a don Lodovico Garavaglia e a don Sebastiano Del Tredici e ha scelto di ispirarsi all’omonima canzone di Branduardi per l’omelia. «Oggi non vogliamo ascoltare la grammatica italiana, vogliamo essere sgrammaticati perché rifiutiamo che il si della canzone sia un si impersonale – ha sottolineato don Valsecchi -: i verbi all’infinito, per quanto siano belli e per quanto possano descrivere la vita, non sono di nessuno. Non ci basta nemmeno che il si assuma il colore del riflessivo proprio, perché sarebbero binari su cui si scivolerebbe senza incontrare nessuno, neppure all’orizzonte. Non abbiamo paura di cambiare la grammatica pensando che il si assuma la caratteristica della forma riflessiva reciproca: allora tutto acquista un senso più grande e profondo».
E che quello di quest’anno sarà finalmente un Palio che “si può fare” è stato ribadito anche dal gran priore Andrea Clementi e dal sindaco e supremo magistrato Lorenzo Radice. «Mancano ormai meno di due mesi al Palio, la macchina organizzativa è partita e ci stiamo dirigendo verso la normalità che ci auguriamo tutti sia veramente definitiva – sono state le parole del gran priore della contrada Sant’Erasmo, che ha ringraziato il suo concilio per la fiducia accordata – . Questa giornata così importante deve farci ricordare quanto è bella la nostra festa, quanto è bello il nostro Palio che va vissuto qualche volta con un po’ di leggerezza per trasmettere ai nostri giovani, che sono il nostro futuro, quei valori che contano veramente. Questa sera nel nostro maniero saremo in tantissimi, dimostrazione che il coinvolgimento del territorio, la continuità tra anziani e più giovani permette la crescita della nostra famiglia bianco-azzurra».
«Riprendo le parole di don Stefano Valsecchi e dico che si può fare – gli ha fatto eco il primo cittadino -. Qualche mese fa quello che dicevano era che non si poteva fare, ma stiamo mostrando che se stiamo insieme non solo si può fare ma ce la possiamo fare. Il Palio quest’anno si farà, ripartirà con una logica di normalità anche se purtroppo dobbiamo farlo con pensieri anche non felici sullo sfondo: la guerra purtroppo è alle nostre porte, ma questo non ci deve togliere la gioia di fare le cose insieme, di stare uniti, di dimostrare che il Palio è la comunità di Legnano. La fondazione è nata anche per coinvolgere sempre di più le contrade, per fare in modo che ci sia quel passaggio generazionale: è fondamentale la continuità tra il sapere degli anziani, di chi ha fatto la storia, e il vigore dei giovani, è questa la vitalità che la nostra comunità deve avere».
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