Giuseppe La Rocca gran maestro: “Sarà un Palio di Legnano nuovo e attento anche nel ricordo di chi ci ha lasciato”
Dal "pulpito" di Sant'Erasmo l'attacco a chi nutre mal di pancia verso questo Palio "pandemico", poi la spiegazione: "La città e le contrade devono stare unite per dare la spinta necessaria verso una ripartenza definitiva. Non devono esserci divisioni"
«Perche?». L’interrogativo lanciato dal gran maestro Giuseppe La Rocca sul “pulpito” della contrada Sant’Erasmo, durante la cerimonia dell’investitura della reggenza, è risuonato forte e deciso, anche perchè la risposta che si è dato il capo delle contrade legnanesi ha coinvolto direttamente la stampa, e non solo, che nell’ultimo periodo ha manifestato perplessità su questo palio “pandemico”.
«Perchè – ha affermato il gran maestro – alcuni giornali stanno promuovendo una campagna particolare nei confronti della nostra manifestazione? Ho sentito parlare di un Palio dimezzato, ridotto, diverso. Il Palio è Palio. Il Palio, comunque, è Palio. Sarà piuttosto un Palio nuovo e attento anche nel ricordo di chi ci ha lasciato. Ho letto di mal di pancia. Ma può una città come Legnano, con la sua storia, avere mal di pancia per il Palio? No, no assolutamente».
Un intervento severo da una parte, ma anche coinvolgente dall’altra nello stile di un gran maestro che sa trascinare la gente contradaiola, ma che meritava pure un maggior spiegazione. Per questo, abbiamo invitato La Rocca a illustrare meglio il suo pensiero nell’intervista video qui sotto. Ringraziamo il gran maestro per aver accettato l’invito.
Da parte nostra, se abbiamo mosso perplessità su questo Palio con modalità “pandemica”, lo abbiamo fatto perchè amiamo la manifestazione, il mondo delle contrade, la storia di Legnano. Lo abbiamo fatto nel pieno diritto-dovere di essere portavoce di contradaioli (e la loro esistenza è stata ammessa anche dal gran priore di Sant’Erasmo, Marco D’Eliso, nel suo intervento) che hanno manifestato una aperta contrarietà.
Il nostro amore è lo stesso che ha portato Siena ad una decisione diversa, quella di annullare il Palio. Legnano, per una volta, ha quindi smesso di “scimmiottare” Siena (accusa che spesso ci viene mossa) e ha deciso di scegliere un percorso diverso. A Siena, il Palio non si fa anche nel ricordo di chi non c’è più, è stato detto in passato. A Legnano, il Palio si fa anche nel ricordo di chi ci ha lasciato, è stato detto proprio oggi. Due modi di agire con la stessa idea di Palio: manifestare vicinanza alla propria città. Nessuno dei due è migliore oppure peggiore dell’altro. Entrambi, piuttosto, meritano rispetto, così come le persone che li sostengono.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.