Un Palio senza contradaioli e canti che Palio è? Intanto, il Carroccio se ne è andato in… carrozzina
Sabato in piazza, per la consegna dei brevetti 2020, un clima quasi irreale. Tutto ben organizzato e contingentato. Mancavano però elementi fondamentali perchè si potesse parlare davvero di un evento paliesco: la gente e il folclore contradaiolo
Domenica all’alba, il Carroccio ha lasciato piazza San Magno dove era stato portato per la cerimonia della consegna dei “brevetti” alle reggenze del Palio di Legnano 2020. E’ tornato nel magazzino comunale. Purtroppo, acciacchi vari gli hanno impedito di viaggiare sulle sue ruote. Ha avuto bisogno di un… aiutino, una piattaforma utilizzata per i grandi trasporti. Sicuramente, un restyling estivo lo riporterà in forma per domenica 19 settembre.
Il Carroccio malandato, così come la quasi ormai inutilizzabile scenografia storica del Campo, sono un po’ l’emblema del Palio 2021. Un Palio che fatica a camminare e quindi bisognoso di tanto, tanto affetto per non perdere il suo aspetto suggestivo, aggregativo, coinvolgente. Per vivere un Palio come quello portato in piazza sabato scorso, bisogna proprio amarlo senza condizioni. Ma il Palio è partecipazione e stare insieme, invece i contradaioli sono stati tenuti lontani dalle transenne del sagrato della basilica. Il Palio è festeggiare con canti e cori la propria reggenza che si presenta al cospetto dei magistrati, sabato invece non si è levata alcuna voce. Anzi, quella isolata che chiamava l’amico capitano è apparsa piuttosto provenire da un disturbatore e non da un appassionato contradaiolo.
«Che Palio è un Palio senza contradaioli, senza cori, senza applausi?». Così commentava un illustre ospite della cerimonia, aggiungendo un appello da condividere: «Armiamoci tutti della volontà per un comune impegno. Quello di aiutare davvero l’allentamento delle restrizioni, perchè arrivare così a settembre, con le manifestazioni contingentate, sarebbe una tristezza assoluta». Quella tristezza che oggi ci ha preso nel seguire le prime corse a pelo nella Buca di Fucecchio, con i cavalli in pista e il pratone deserto. Un quadro desolante.
Sempre sabato, è piaciuta la cerimonia per l’anniversario della battaglia. Consensi sono giunti soprattutto da chi ne sentiva la mancanza da tempo: «Finalmente – esplode così la gioia di un altro ospite di sabato scorso che la sa lunga su cose di palio e non -. Erano anni che non veniva organizzato un ricordo con questo impegno. Partecipazione ridotta per evitare assembramenti, ma lo spirito dell’evento è quello giusto».
“Non sono un disturbatore, ma un appassionato contradaiolo vicino al mio capitano!”
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