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Operazione “Mongolfiera”: fermato un candidato consigliere di Cerro

È coinvolto anche un cerrese nell'operazione antidroga che ha portato all'arresto di 22 persone per traffico di droga.

È coinvolto anche un cerrese nell'Operazione "Mongolfiera", che ha portato all'arresto di 22 persone per traffico di droga a Milano. Stiamo parlando di Massimo Mandelli, capo degli stewart dell'Inter nonchè candidato consigliere nella lista civica Noi per Cerro Maggiore e Cantalupo, la lista supportata da Casapound.

È quanto emerso dall'operazione della Polizia di Stato di Milano che oggi, lunedì 4 giugno, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 22 persone: 18 italiani, 3 albanesi ed un rumeno. Di questi, 15 sono stati arrestati, due sono stati raggiunti dal provvedimento in carcere perché già detenute, quattro sono risultati all'estero e altri tre sono al momento ricercati.

Complessa l'attività investigativa svolta dagli agenti del Commissariato milanese, iniziata nel 2016. Nel corso dell’operazione, denominata appunto Mongolfiera, iniziata nel marzo 2016, sono stati denunciati 46 soggetti coinvolti a vario titolo nel traffico di sostanza stupefacente alla Procura della Repubblica del Tribunale Ordinario di Milano. Sono stati inoltre sequestrati oltre 600 kg di sostanza stupefacente di vario genere (hashish, marijuana e cocaina). 

Per sgominare la rete, ben strutturata ed operativa in attività di narcotraffico, i poliziotti hanno svolto l’intercettazione di oltre 140 utenze, ricorrendo in cinque casi all'intercettazione ambientale ed utilizzando vari sistemi di videosorveglianza.

Nello specifico, il capo della rete, un 37enne capo ultras del Milan, usava la sede dell'associazione "Il Clan" in via Sacco e Vanzetti a Sesto San Giovanni come base per i suoi traffici di droga. La polizia è così riuscita ad intercettare un tir con 250 chili di hashish e marijuana di provenienza albanese diretta nella cittadina alle porte di Milano: almeno 3 i box dove avveniva lo stoccaggio.

I due albanesi arrestati procuravano ingenti quantitativi di droga, avendo la disponibilità di veri e propri depositi in Albania e anche in Spagna. Il cerrese è risultato il collegamento tra il canale di approvvigionamento albanese e quello italiano. Proprio lui si riforniva sia dagli albanesi che dai calabresi, sebbene fra le due organizzazioni non ci fosse una connessione in termini di affari.

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Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 04 Giugno 2018
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