“Legnano non dimentica”: «Sulla memoria di Carlo Borsani alimentati ridicoli atteggiamenti da guerra civile»
Il Comitato organizzatore l'annuale cerimonia in memoria della medaglia d'oro al valor militare replica ai promotori della raccolta firme per sostituire la intitolazione della piazza con Sarti Strada
Riceviamo e pubblichiamo:
Apprendiamo con stupore che la sedicente “Rete Antifascista dell’Alto Milanese” ha lanciato in pompa magna una raccolta firme per cancellare da Legnano l’intitolazione della piazza a Carlo Borsani, medaglia d’oro al valore militare, invalido di guerra e assassinato a guerra finita. L’annuncio è colmo di inesattezze e passaggi imbarazzanti ai quali, per rispetto della Storia, non possiamo non rispondere.«»
Scrivere che piazza Carlo Borsani “incarna i valori e una storia di violenza, dittatura e razzismo” significa ignorare totalmente la vicenda umana – prima che politica – di Carlo Borsani.
Ricordiamo infatti che Carlo Borsani, come direttore di un’importante e seguitissima rivista della Repubblica Sociale Italiana, più volte scrisse articoli per attenuare quel devastante clima da guerra civile che si respirava anche nella nostra Legnano dopo l’8 settembre. Uno di questi articoli si intitola proprio “Per incontrarci” e rappresenta un invito – purtroppo mai raccolto – a far tacere le armi in una guerra fratricida che tanto sangue ha sparso sulla nostra terra.
Ricordiamo anche che Carlo Borsani in RSI si prodigò e riuscì ad ottenere per tutti gli invalidi del lavoro – lui che era stato reso cieco dallo scoppio di un mortaio mentre serviva l’Italia – una preziosa pensione, dimostrazione di altissimo impegno civile.
Ricordiamo infine che Carlo Borsani, come testimoniato da più parti, si adoperò per salvare numerose vite di italiani innocenti, tra cui quella di Suor Enrichetta Alfieri, staffetta partigiana, e di tanti altri. Ricordiamo anche che proprio per questo suo impegno, a Carlo Borsani è dal 2005 dedicato un albero nel Giardino dei Giusti presso il quartiere milanese di San Siro.
Continuando a leggere il ridicolo – e anzi vergognoso – comunicato dei sedicenti antifascisti, non possiamo poi ignorare un ulteriore passaggio che ci chiama in causa, pur senza avere neppure il coraggio e l’onore di citare espressamente questa associazione.
Dicono dalla “Rete Antifascista” che ogni anno, in piazza Carlo Borsani, “gruppi nostalgici celebrano una parata fascista per la sua commemorazione intrisa di saluti romani che oltraggiano la nostra costituzione e offendono la nostra storia”.
Premesso che ad essere “nostalgici” e a vivere sempre con lo sguardo rivolto al passato è proprio chi continua ad alimentare questi ridicoli atteggiamenti da guerra civile, ricordiamo agli amici antifascisti che ogni nostra commemorazione si è sempre svolta, negli anni, con i permessi delle autorità e senza alcun disordine né alcuna violazione di leggi. L’unica volta che si è richiesto un intervento importante delle Forze dell’Ordine, peraltro, è stato nel 2019 a causa di una contromanifestazione organizzata in fretta e furia da sedicenti antifascisti che minacciavano disordini in città.
In conclusione, invitiamo tutti i legnanesi a diffidare da chi si riempie la bocca di libertà e democrazia ma ignora la Storia e, peggio, vorrebbe cancellarla.
Quello che la “Rete Antifascista dell’Alto Milanese” probabilmente ignora, o più colpevolmente vorrebbe nascondere, lo abbiamo elencato all’inizio di questo comunicato. Loro, però, non possono sopportare e tollerare altri passaggi della vita di Carlo Borsani. Che ha amato l’Italia, l’ha difesa e ha pagato questo amore con la propria vita, lasciando a Legnano una moglie e due figli.
Legnano non dimentica
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