Prove d’esame: la distinzione per le scuole non paritarie non è accettabile
Grave che la scuola non riconosciuta paritaria ne sia venuta a conoscenza soltanto "sottodata" e abbia provveduto a comunicarlo alle famiglie soltanto in data 30/06/2020
Caro Direttore, vorrei portare alla Vs. cortese attenzione, al fine di una Vs. sensibilità alla pubblicazione, l’ordinanza concernente gli esami d’idoneità, integrativi, preliminari, della quale le famiglie di alunni frequentanti Istituti non riconosciuti paritari, sono venute a conoscenza soltanto il 30 giugno 2020.
Il nostro Ministro dell’istruzione credo abbia tralasciato dall’interpretare che l’emendamento, così com’è stato pubblicato, è nettamente anticostituzionale. In una situazione di pandemia in cui docenti, alunni e famiglie si sono trovati in estrema difficoltà a proseguire un’istruzione di normalità ed efficienza, trovo non accettabile la scelta di distinzione del conseguimento delle prove d’esame.
In effetti, le classi terze medie NON hanno sostenuto gli esami di fine anno, gli esami di maturità si sono svolti ESCLUSIVAMENTE in forma orale ed infine, le classi prime di Istituti scolastici non riconosciuti paritari, al fine di superare l’esame che consentirà la frequentazione della classe seconda, dovranno sostenere ben n. 3 prove scritte (italiano, matematica, inglese) oltre l’esame orale, riguardante l’intero programma trattato.
Ora, mi chiedo, in qualità di genitore di un ragazzo frequentante la classe prima di un liceo non riconosciuto paritario, quali siano gli elementi che hanno fatto scaturire nel nostro Ministro dell’Istruzione, la scelta che ha portato inevitabilmente ad una discriminante tra le suddette frequentazioni scolastiche.
Altrettanto grave che la scuola non riconosciuta paritaria ne sia venuta a conoscenza soltanto “sottodata” e abbia provveduto a comunicarlo alle famiglie soltanto in data 30/06/2020. Rimango basita di fronte al comportamento di un Ministro che dovrebbe tutelare gli alunni del futuro, accompagnandoli serenamente all’esecuzione degli esami d’ammissione alla classe successiva, anziché stendere le basi, tre giorni prima di un esame, controproducenti.
Non da meno il fatto che ci troviamo di fronte ad alunni dell’età di 15 anni catapultati ad oggi in una realtà verosimilmente attribuibile ad un’età superiore (“matura”) di esami di maturità!.
La ringrazio dell’attenzione.
Cordiali saluti
Barbara Mazzotta
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