Le riflessioni di una docente precaria: “Dov’è finita la meritocrazia?”
Troppe decisioni altro non sono che l’ennesima presa in giro nei confronti di chi con profondo spirito di servizio per anni ha lavorato con estremo impegno pur trovandosi in una situazione di estrema incertezza
Scrivo questi pensieri diretti al nostro Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Sono un insegnante precaria da oltre quindici anni. Non sono in politica e non sono una sindacalista. Sono solo una docente che in questo scritto, libera da qualsiasi condizionamento politico vuole porle delle domande ed esprimerle il proprio pensiero.
In questi anni ho “ collezionato” una serie di partecipazioni a concorsi ordinari e straordinari per il personale docente che i vari governi hanno proposto .
Ora, Lei e il suo governo, ne proponete un altro, motivando la nascita di questo nuovo concorso con queste parole:“ si fa in un ottica di merito, in un ottica di qualità dell’istruzione che è un desiderio che tutte le famiglie italiane hanno” ( parole sue, dette da Lei in una trasmissione televisiva ).
Ora le chiedo cos’è per lei la meritocrazia? Un insegnante che lavora da oltre tre lustri con un bagaglio di esperienza acquisito sul campo, con tre concorsi vinti e superati, è forse privo di meritocrazia?
Sorrido alla sua affermazione scritta sopra.
Se non ricordo male lei prima di diventare Ministro era dipendente di Anief , il sindacato che in questi anni ha fatto entrare più docenti con sentenze di tribunale di qualsiasi altro sindacato italiano.
Le ricordo ancora che quando era in Anief Lei stessa curava gli interessi dei docenti precari definendo la causa giusta , legittima contro le decisioni del ministero italiano di non fare nuove assunzioni.
Era proprio lei che negli anni si è battuta per assumere dalle graduatorie Gae (graduatorie ad esaurimento)
Le ricordo altresì che nel 2019 tutte le regioni hanno fatto un concorso straordinario che , a parte alcune centinaia di persone, vedono ancora precari.
E le ricordo inoltre, forse lo ha dimenticato , che nel 2000 , quindi vent’anni fa, vi è stato un concorso ordinario che ad oggi non si è ancora esaurito con le assunzioni sperate.
Quindi le chiedo perché mortificare ancora una volta la categoria dei precari che pur non avendo un contratto a tempo indeterminato, hanno dimostrato negli anni di essere una preziosa risorsa per la scuola italiana, risorsa che avrebbe potuto essere ancora più arricchita se si riconoscesse la loro dignità professionale con delle giuste immissioni in ruolo che garantirebbero stabilità e continuità all’utenza.
Le vostre decisioni altro non sono che l’ennesima presa in giro nei confronti di chi con profondo spirito di servizio per anni ha lavorato con estremo impegno pur trovandosi in una situazione di estrema incertezza e priva di riconoscimento professionale da parte dei governi che negli anni si sono succeduti, fino ad arrivare al suo.
Per concludere, riprendendo le parole da lei pronunciate in una trasmissione televisiva le faccio osservare che le famiglie italiane hanno due soli desideri : istruire i propri figli come si è fatto fino ad oggi e avere i soldi per mantenerli. Egregio Ministro, si faccia tornare quello spirito di giustizia che l’ha caratterizzata quando operava nel sindacato Anief, spirito che l’ha fatta apprezzare da migliaia di precari che a lei si sono rivolti.Invece di bandire nuovi concorsi che a mio avviso oltretutto sarebbero uno spreco di denaro pubblico, immetta in ruolo i docenti precari dalle graduatorie già in essere e spinga il suo governo a pagare le casse integrazioni che ad oggi, 28 maggio, non sono ancora state evase.
Distinti saluti
A.L.
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