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TRAGEDIE FAMILIARI ED EDUCAZIONE

29 Giugno 2012

Caro Direttore,

nella costernazione e nel profondo dolore per l’assassinio della mamma legnanese, leggo la nota delle Donne di Rifondazione Comunista , nella quale si trovano osservazioni totalmente condivisibili, quali le responsabilità di una cultura che mercifica il corpo femminile, ecc.  Manca tuttavia in quelle parole alcun riferimento alla banalizzazione dei rapporti affettivi  e sessuali sempre più diffusa ( mi consenta un malizioso sospetto: forse perché la libertà sessuale è proprio la bandiera della loro parte politica , mentre il bunga-bunga è sinonimo di quella avversaria?) .  Nelle cronache del tragico fatto legnanese – come spesso  accade in episodi analoghi della cronaca nera –  sono citate ben quattro  relazioni “affettive” , più o meno formalizzate : i precedenti matrimoni dell’omicida e della vittima, la relazione tra i due e il presunto “ nuovo fidanzato” dell’uccisa. Il tutto, consumato in non molti anni e con la generazione di un buon numero di figli.

E’ dunque vero, come osservano le donne di RC,  che è urgente un impegno educativo delle famiglie e della scuola , ma non solo per insegnare il rispetto della donna  nel senso di evitare ogni “ sopraffazione e dominio “ ( troppo poco !) , ma piuttosto per educare – sia i maschi sia le femmine –  ad un rapporto affettivo stabile e duraturo che abbia come obiettivo  un progetto di vita comune . Per ottenere questo, non servono molte parole: occorrono modelli “convincenti” di relazioni familiari.  E sono sicuro che ne abbiamo moltissimi, nelle nostre città : le trecentomila persone presenti alla festa delle testimonianze e il milione presente alla Messa celebrata dal Papa per il Convegno Mondiale delle Famiglie all’aeroporto di Bresso vorranno pur dire qualcosa?

Cordiali saluti

Lettera firmata

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