13 Giugno 2013

Spett. Direzione di Legnano News,

ho letto l’articolo del Sig. Stefano Quaglia, e vorrei fare qualche commento a riguardo. Come ex pendolare, ora in pensione, non posso che essere d’accordo con chiunque ritenga opportuno migliorare i collegamenti ferroviari in essere a Legnano. Ma quando si chiede qualcosa bisogna essere anche disposti a dare. E che cosa ha dato Legnano, dal dopoguerra ad oggi, alle ferrovie, soprattutto se ci confrontiamo con la realtà di Busto Arsizio, ed anche di Gallarate? A Busto Arsizio, ben per tempo, le amministrazioni comunali hanno pianificato lo sviluppo della città così da lasciare alle ferrovie tutto lo spazio che abbisognassero. Già ora i binari operanti tra Gallarate e Busto Arsizio, parte nord, sono tre, e senza alcun problema potrebbero anche aumentare. La stazione di Busto Arsizio dispone inoltre di più binari in parallelo, quindi se un treno si ferma in stazione quello che segue non deve fermarsi a sua volta, ma può procedere su un altro binario.

Le cose non stanno assolutamente così a Legnano. Ed il problema non è di adesso. Mi ricordo che quando facevo le elementari (sono del ’51, e quindi è passato da allora più di mezzo secolo), il Corriere della Sera aveva pubblicato una piantina con due possibili progetti: quadruplicamento dei binari a Legnano, oppure altri due binari alternativi posti in zona Mazzafame, ora densamente abitata ma allora aperta campagna. Ovviamente non se n’è fatto nulla. La filosofia delle nostre amministrazioni, non entro nel merito del colore, è sempre stata a riguardo: “è inutile preoccuparsi del problema di oggi perché il problema di domani farà dimenticare il problema di oggi”. Ma ormai il domani è oggi, e con due binari striminziti, ed anche storti, così da obbligare i treni a forti rallentamenti prima di entrare in stazione, penso, per quel che può valere il mio parere, che ci siano rimaste ben poche verze da sfogliare.

Saluti

alberto landoni