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SCUOLA PRIVATA SPESSO “DEMONIZZATA”, MA E’ PROPRIO GIUSTO?

9 Maggio 2013

Egregio Direttore, sono stata molto colpita dalla lettera inviata da Rifondazione Comunista – Circolo di Legnano riguardante i buoni scuola pubblicata in data 18/04 (qui il testo).

Una breve premessa, io e mio marito lavoriamo, siamo contribuenti, non viviamo in Via della Spiga a Milano, non siamo milionari e abbiamo preso la decisione di iscrivere i nostri figli ad una scuola privata.

Questo perché riteniamo esista – garantita dalla Costituzione – la libertà di scegliere il tipo di scuola che più si avvicina al modello educativo che io e mio marito abbiamo deciso di impartire ai nostri figli.

Ovviamente costa di più certo, rinunciamo a una vacanza, usciamo qualche volta in meno a cena ma siamo felici che i nostri figli abbiano accesso a questo tipo di scuola.

Siccome nella lettera dei signori di Rifondazione Comunista, a sostegno dell’abolizione dei buoni scuola, vengono indicate percentuali e numeri, sono andata a documentarmi e, sperando di non annoiare il lettore, riporto pedissequamente quanto facilmente rilevabile.

Forse non tutti sanno che, (riporto dati del 2011) un bambino che frequenta una scuola statale costa in media l’anno 5361 euro per scuola dell’infanzia, 5570 euro per la scuola elementare, 5857 euro per la scuola media e 5556 la secondaria di secondo grado (superiori).

Se lo stesso bambino frequenta la scuola non statale, grazie ai contributi il costo della collettività è 584 euro per l’infanzia, 886 euro per la primaria, 106 per la secondaria di primo grado e 51 per quella di secondo grado. (questi numeri, non tengono conto dei tagli che sono avvenuti dopo il 2011 alle scuole NON statali.)

A conti fatti, conoscendo il numero di bambini e ragazzi che frequentano le scuole non statali, l’esistenza delle paritarie garantisce allo Stato un risparmio annuo di oltre 6 miliardi di euro.

Ricordo ed evidenzio che la retta delle scuole paritarie grava su famiglie che non sono per questo esonerate dal contributo al finanziamento della scuola statale.

Ultimo, non per importanza, ma per semplice diritto di cronaca, il maggior costo per l’iscrizione alla scuola privata non è nemmeno detraibile dalla dichiarazione dei redditi che stabilisce, infatti, una detrazione massima pari alla tassa d’iscrizione pagabile presso una scuola statale.

Altri soldi che lo Stato non eroga a chi iscrive i proprio figli alla scuola privata; e sottolineo indipendentemente dal patrimonio mobiliare ed immobiliare!!!

Attaccarsi ai buoni scuola mi sembra veramente poco sensato e strumentale, è la solita volontà di disinformare, riferibile ad una scuola di pensiero tipica di chi le ha inviato la lettera.

Sostenere che il Governo toglie risorse alla scuola statale per darle a quella privata è assolutamente falso; è l’esatto opposto, lo Stato, con le risorse date alla scuola privata, risparmia. Questo è un fatto, è matematica e non demagogia.

In conclusione, conosco tanti genitori che rinunciano veramente a tutto per mandare i loro figli alla scuola privata, mossi dal desiderio di dar loro quello che sono certi essere una buona educazione. Non che lo Stato non lo faccia, è semplicemente una questione di libertà. La cosa veramente triste è che saranno proprio questi studenti, i meno facoltosi a dover abbandonare perché alle loro famiglie, un pezzo alla volta è tolto ogni aiuto.

Cordiali saluti.

Lettera firmata

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