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S.O.S. DAL "NUOVO CANILE DI EMMA " A POGLIANO MILANESE.

22 Marzo 2011


Questa è la lettera che stiamo spedendo al pres. della regione Lombardia e a tante altre cariche politiche e testate giornalistiche. I cani del ns rifugio ci sono stati portati via ingiustamente, noi come volontari stiamo facendo l'impossibile per poterli di nuovo riunire e finalmente dargli un pò di pace e magari anche una bella famiglia. Chiediamo a tutti Voi di poterci aiutare. Una legge , potrebbe anche essere modificata (crediamo) se quest'ultima portasse dei benefici a questi piccoli esseri senzienti capaci di donare amore incindizionato.

Egr. Presidente Roberto Formigoni,

Chi le scrive è un gruppo di volontari di un rifugio per cani che in seguito a varie disavventure si trova costretto a cercare un nuovo sito dove poter traslocare tutti i suoi ‘sfortunati inquilini ‘.

Le associazioni animaliste che, fino a qualche anno fa, intendevano costruire un rifugio per cani abbandonati, di solito cercavano un sito nelle zone periferiche dei centri urbani dove si possono trovare o capannoni industriali in disuso, o ex-macelli o campi più o meno coltivati.

Le prime due alternative sono rare da trovare e spesso troppo onerose per essere seriamente prese in considerazione. L'opzione scelta dalla gran parte delle associazioni di volontari è sempre stata quella di prendere in affitto o ottenere in comodato d'uso un campo agricolo.

Oggi però, le associazioni o i gruppi di volontari che intendono dar vita ad un nuovo rifugio (ed il nostro è un bisogno improcrastinabile) si trovano davanti ad un' ostacolo inaccettabile sia dal punto di vista etico che ‘gestionale ‘ ovvero il vincolo per cui nei terreni agricoli i nuovi insediamenti di rifugi sono autorizzati solo se all'interno della loro struttura si prevede la costruzione di un allevamento (nel nostro caso di cani ).

L'unico vincolo ‘accettabile ‘come rifugio è quello di prevedere in fase di progettazione un zona in cui offrire il servizio di ‘pensione ‘ per cani e atri animali da compagnia. Attività ovviamente più coerente con il ‘fine ‘ che persegue un rifugio. Ovvero a lotta al randagismo in tutte le sue declinazioni :
– accoglienza dei trovatelli e dei cani abbandonati nelle mani dei volontari per ‘rinuncia” dei proprietari
– cura dei cani ammalati e anziani
– microchippature e sterilizzazione, castrazione (secondo le leggi )
– adozione (anche a distanza, per i più vecchi o quelli con problematiche comportamentali ) e ricerca di nuove e più premurose famiglie in cui far accogliere i nostri cagnolini
– controllo costante del benessere dei cani adottati.

Ma un allevamento all'interno di un rifugio non solo è antitetico rispetto ‘al fine ‘ che perseguono i canili e i rifugi ma è un vincolo che tradisce la causa animalista su cui si fondano le numerose associazioni, in prevalenza onlus, che gestiscono i vari rifugi o canili.

Infatti è principalmente grazie alla generosa e gratuita collaborazione dei numerosi volontari che dedicano gran parte del loro tempo libero e delle loro risorse economiche che le associazioni animaliste cercano da anni e con tanta passione, nonostante le tante difficoltà, di sensibilizzare la società civile al rispetto degli animali e dei loro bisogni naturali

Inoltre per chi conosce la realtà dei canili-rifugio, sa benissimo che la loro gestione è già di per sè una battaglia quotidiana e dover gestire e amministrare un allevamento diventerebbe per i volontari un lavoro immane a cui molti rinuncerebbero. I volontari, come tutti del resto, hanno un lavoro e una vita privata.

Le chiediamo dunque a nome di tutti i nostri amici a quattro zampe di mettersi una mano sul cuore e di volerci permettere di poter edificare il nostro rifugio senza il vincolo dell'allevamento (il terreno lo abbiamo trovato) e di voler ripensare ad una modifica (a breve ) della legge regionale, almeno per la parte relativa all'insediamento dei futuri canili/rifugi nei terreni agricoli.
 
Certi di aver fatto breccia nella sua coscienza animalista attendiamo un suo riscontro positivo.

Se è con noi nella lotta al randagismo e apprezza il lavoro svolto dai volontari in questi anni non può che essere d'accordo con quanto Le abbiamo raccontato.

Ci appoggi nella nostra faticosa battaglia, stia dalla nostra parte.
 
I frutti si vedranno in pochi anni, ci può contare, non tarderanno a mancare Cordiali saluti.

Lorenza (volontaria rifugio) 

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