14 Luglio 2013

Buongiorno, ho letto l’artico postato il 14 luglio u.s. dal titolo “INCENERITORE ACCAM: NO ALLA RISTRUTTURAZIONE”, e devo dire che, come legnanese, mi sono venuti i brividi. Un articolo che si propone di definire la politica della gestione dei rifiuti del legnanese per i prossimi decenni senza un numero, un programma, un richiamo scientifico, il nulla elevato alla enne. Un insieme di frasi fatte buone, anzi eccellenti, per un tema di maturità liceale, non sicuramente per definire le aspettative di vita, per quanto di interesse, dei cittadini del legnanese.

Lo statement da cui bisogna partire, qualsiasi decisione si voglia prendere, è che siamo in presenza di una scelta di tipo ingegneristico, e quindi vale sempre il rapporto “costi / benefici”. La voce “costi” non può quindi mai essere diversa da zero, con un vincolo però, che è la Legislazione Europea, per altro fortemente vigilata dai Verdi Tedeschi, che su questi temi certamente non scherzano. Tanto per capirci, non credo proprio che il processo di termovalorizzazione attualmente in essere presso l’ACCAM comporti “inquinamento atmosferico dovuto all’emissione di polveri sottili, diossine ed altri composti, pericolosi per la salute umana”, perché altrimenti non saremmo in presenza di un articolo di giornale, ma di un’altra cosa. Se poi si vuole entrare nel merito delle modalità e delle responsabilità dei controlli, con tutti gli organi di vigilanza che operano nel nostro paese e che magari vanno a sovrapporre le rispettive funzioni, si apre allora sicuramente un altro fronte di discussione degno della massima attenzione.

Tornando al tema dei termovalorizzatori va comunque detto che a Napoli c’è una forza politica che è riuscita a risolvere il problema della gestione dei rifiuti senza utilizzare questi dispositivi: i rifiuti, suppongo al momento a carico dell’intero sistema Italia, multa europea compresa, sono semplicemente inviati in Olanda. È questo che si vuole per Legnano? Lo si dica esplicitamente, ma si dica anche come si intende convincere il resto degli italiani a pagare per noi.

Saluti, alberto landoni