Li voglio ringraziare per la professionalità, la serietà e l’indispensabile umanità, valori non sempre riscontrabili da chi svolge questa delicata professione. Ringraziamenti che non posso allargare al medico di famiglia, troppo ligia, secondo me, alla burocrazia e ai superficiali medici del pronto soccorso. Sia per quanto riguarda l’ospedale nuovo che per quello vecchio, hanno ritenuto ogni richiesta di aiuto della mia famiglia, in questo ultimo periodo, superflua e esagerata. Mio padre, nonostante abbiano fatto di tutto per salvarlo, è morto e se il mio bambino deve continuare a fare esami, per verificare se affetto da qualche malattia cronica dal nome impronunciabile o se da qualche “semplice” infezione, lo deve solo alla tenacia della nostra brava pediatra e alla nostra necessità di genitori di voler sapere.

Spero che possano imparare a riconoscere le emergenze vere prima di pronunciarsi e non a liquidare le persone come se fossimo dal salumiere.

Rammento, a chi se lo fosse dimenticato, che la professione medica si sceglie; si giura di perseguire la difesa della vita e di curare ogni paziente con eguale scrupolo e impegno. Non è solo una laurea da esporre in studio o nel salotto di casa.

Sono le persone che contano, non le pareti imbiancate di fresco o i salottini à la page tra un corridoio e l’altro, come lo sono stati quei medici che hanno fatto, nel recente passato, dell’ospedale di Legnano un vanto e un monito nel mondo e che ora portano avanti quanto hanno appreso in altre sedi.

Comunque, ribadisco i miei ringraziamenti ai “ragazzi e ragazze” che erano in servizio giovedì 16 dicembre e auguro loro un sincero augurio di Buon Natale e di un felice anno nuovo.

Silvio Perego e famiglia
–