Quantcast

Ricerca

» Invia una lettera

riLegnano a Colombo (Ncd): «Non scadiamo nell’omofobia»

10 Febbraio 2014

Riceviamo e pubblichiamo la replica della lista civica riLegnano alla consigliera comunale di Ncd Daniela Colombo (qui la lettera) in merito all'articolo sulla prima coppia omosessuale che sabato mattina  si è unita civilmente nella sala degli Stemmi del Comune di Legnano. Ricordiamo che la lista civica riLegnano è stata promotrice dell'istituzione del registro delle Unioni di Fatto, approvata dal consiglio comunale dopo un lungo dibattito in città.


La consigliera Colombo si chiede il perché di tanta pubblicità mediatica alle prime adesioni al registro delle unioni civili e della presenza dell'assessore Raimondi alla consegna dell'attestato alla prima coppia gay, sabato scorso. La conclusione di Colombo è che si tratti di un nuovo passo nel diabolico progetto finalizzato all'istituzione del matrimonio omosessuale.

Spiace sempre deludere chi crede di aver scoperto la soluzione dell'intricata trama di un giallo, ma  sveleremo che l'assessore Raimondi ha solo accettato con piacere  di consegnare personalmente l'attestato di iscrizione a una coppia che, nel percorso che ha portato il RUC (Registro Unioni Civili) a Legnano, è diventata una coppia di amici… Senza l'ipocrisia che viene contestata, non facciamo mistero che l'atto è puramente amministrativo, ma un po' meno “di routine” di un'iscrizione alle liste elettorali! Lo paragoneremmo, piuttosto, alla concessione della cittadinanza. E perché?

Beh, per lo stesso motivo per cui i giornalisti sono accorsi ad assistere alle prime consegne degli attestati, e per cui i neo-registrati – per quel che capiamo – si sono sentiti di rilasciare dichiarazioni a proposito della loro iscrizione. Precisamente perché l'istituzione di un registro delle unioni civili, purtroppo, ancora oggi, fa notizia. Un così misero riconoscimento, che – come Colombo fa notare – dà zero diritti e facilita soltanto l'accesso a qualche servizio di competenza comunale, ha un valore simbolico così potente da suscitare interesse.

Nel suo lungo esercizio di equilibrio sul baratro dell'omofobia, Colombo cerca di accreditarsi come sostenitrice dell'uguaglianza, salvo poi scivolare, ahinoi, nella condanna dell'omosessualità in quanto innaturale, buttata lì, così, come fosse una cosa ovvia. Vengono richiamate, ancora una volta, leggi naturali che sancirebbero l'esclusività di unioni eterosessuali finalizzate alla procreazione nel matrimonio. Potremmo discuterne per giorni, ma questo sì che esulerebbe dalle competenze dell'amministrazione comunale!

Ci dispiace, invece, riscontrare confuse paure di un presunto attacco alla famiglia in corso. Non serve analizzare la legge Taubira per rilevare che l'adozione di un registro delle unioni civili – foss'anche, un giorno, a livello nazionale – non avrebbe alcuna conseguenza lontanamente paragonabile a quelle paventate da Colombo. In un contesto più ampio, siamo sicuri che né una legge, né insegnare che esiste una teoria di genere potranno privare alcun genitore della gioia di sentirsi chiamare “mamma” o “papà”. Saremmo felici, piuttosto, se riuscissero a estirpare l'uso di epiteti e comportamenti, ben diversi, meno affettuosi e più offensivi, spesso riservati a omosessuali e transessuali e che, seppure non dichiarati e tenuti ben lontani da un arzigogolato ragionamento, sembrano di fatto giustificati da chi, nel 2014, vede nell'omosessualità una manipolazione del genere umano.

Lista civica

riLegnano

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.