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RIFONDAZIONE COMUNISTA: INDOVINA CHI PAGA

18 Luglio 2011

La manovra economica approvata dal Senato rappresenta l’ennesimo criminale attacco alle classi deboli di questo Paese.

Ancora una volta si conferma che a pagare la crisi e la speculazione sono soprattutto le famiglie e i ceti medio bassi: l’introduzione dei ticket su analisi e visite ambulatoriali, la mancata rivalutazione delle pensioni, la moratoria sui contratti e sugli incrementi retributivi degli statali e il taglio agli sgravi IRPEF (come quelli su figli a carico, redditi da lavoro dipendente e da pensione, spese scolastiche, ristrutturazioni di immobili, spese mediche) costeranno ogni anno diverse centinaia di euro alla parte più debole della società, mentre la casta dei super ricchi, degli evasori fiscali e degli stessi politici che hanno votato queste misure potrà continuare a ridersela e a godersi i suoi intoccabili privilegi.

Ma non sono solo questi effetti da pura macelleria sociale che colpiscono.

La manovra infatti costituisce anche uno schiaffo in pieno volto al popolo dei referendum: calando la scure sulle amministrazioni che non mettono in vendita e non privatizzano servizi essenziali e aziende pubbliche il governo rovescia spudoratamente l’orientamento elettorale emerso dalla consultazione referendaria, quello che si è pronunciato per l’uscita dal mercato dell’acqua e dei servizi pubblici.

Non si può non leggere questa misura se non come una vendetta contro il nuovo modello di società uscito dalla valanga di SI delle urne, un modello basato sulla riappropriazione sociale dei beni comuni e sulla loro gestione partecipativa.

In alternativa a questa manovra iniqua e vendicativa. il Partito della Rifondazione Comunista propone misure dirette prima di tutto a far pagare chi non l’ha mai fatto: patrimoniale sulle grandi ricchezze, tassazione delle rendite finanziarie e dei movimenti speculativi di capitale, contrasto vero all’evasione fiscale.

Sulla stessa linea chiediamo il taglio alle grandi opere ambientalmente devastanti (con recupero di decine di miliardi da utilizzare per creare posti di lavoro in settori come risparmio energetico, fonti rinnovabili e mobilità sostenibile), il taglio delle spese militari, il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e l’abolizione degli enti inutili. Proponiamo infine il contrasto alla delocalizzazione delle imprese, mediante l’obbligo a restituire i contributi pubblici ricevuti.

Per una volta, paghi chi ha.

Partito della Rifondazione Comunista – Federazione della Sinistra 

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