Quantcast

Ricerca

» Invia una lettera

RIFONDAZIONE COMUNISTA: IL WELFARE E' STATO DEMOLITO

17 Agosto 2011

Dopo la macelleria sociale portata a compimento con la manovra di luglio il governo Berlusconi assesta il colpo definitivo alle tasche delle famiglie e dei lavoratori.

Le misure economiche approvate dal consiglio dei ministri seppelliscono sotto una montagna di tagli agli enti locali il tanto celebrato federalismo (che ne dicono gli elettori della Lega?), aprendo la strada ad inevitabili e pesantissimi aumenti delle tariffe dei servizi alle famiglie e alla progressiva riduzione degli stessi.

Il welfare ne esce demolito: chi non può permettersi di ricorrere al privato pagherà sempre di più per avere sempre meno.

In nome dell’emergenza economica i lavoratori vedono distrutti diritti e garanzie: i contratti nazionali di lavoro diventano un optional derogabile ogni volta che farà comodo alle imprese, l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori (divieto di licenziare senza giusta causa) viene svuotato di efficacia e di contenuto, in perfetta linea con il modello tanto caro a Marchionne.

Sempre in nome della necessità di battere la crisi e la speculazione i dipendenti statali subiranno ulteriori tagli nei salari e nei diritti, privatizzazioni selvagge (in pieno contrasto con lo spirito del referendum appena votato dagli italiani) andranno a colpire i servizi pubblici locali, e già è stata esplicitata l’intenzione di modificare la Costituzione, in nome di una rivoluzione conservatrice che non conosce precedenti.

Tutto questo avviene senza toccare i più ricchi, quel 10 per cento di popolazione che possiede il 50 per cento della ricchezza nazionale, senza toccare l’evasione fiscale (e quelli che non pagano le tasse continueranno a ridersela alle spalle degli onesti che fanno sacrifici anche per loro) e senza toccare se non in modo del tutto marginale i privilegi della casta.

Questa ennesima operazione studiata ai danni dei soliti noti viene giustificata con la motivazione che si tratta di una necessità imposta dai mercati, e su questa presunta necessità sembra concordare gran parte del ceto politico, anche nella stessa opposizione.

Quasi nessuna voce si leva ad osservare che le misure prese non serviranno a nulla contro la speculazione, per la battere la quale occorre piuttosto rimettere regole ai mercati finanziari.

Nessuno o quasi fa notare come la manovra sia recessiva, e porterà inevitabilmente ad un aggravamento della crisi, con la riduzione del Pil e il conseguente sfascio dei conti pubblici.

In pochi evidenziano che esistono possibili strade alternative, quali istituire una tassa sui patrimoni al di sopra del milione di euro, dimezzare le spese militari e gli stipendi dei parlamentari, adottare misure di lotta autentica all’evasione fiscale, fissare un tetto allo stipendio dei manager, cancellare le grandi opere inutili.

Perché, almeno per una volta, non facciamo pagare chi non l’ha mai fatto?

Partito della Rifondazione Comunista 
Federazione della Sinistra Legnano 

Free Website Counter

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.