Quantcast

Ricerca

» Invia una lettera

“Registro unioni civili, un giocattolo inutile, ingombrante e un po’ scomodo”

11 Febbraio 2014

Ivo Paiusco, presidente del Presidente Circolo NCD Legnano torna su un tema caldo di questi giorni: il registro delle unioni civili con i primi attestati rilasciati a Legnano (Qui il nostro servizio: Unioni civili, la prima coppia omosessuale: «Una firma per tutti gli "invisibili"»), e l’agenda “anti omofobia” con cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi. Questa la sua "lettera aperta" al sindaco Alberto Centinaio


Egr. Sig. Sindaco, non sono granché meravigliato. Si sa che quando si producono e si vendono armi prima o poi verranno usate e faranno danni. Lo stesso si può dire dell’adozione a Legnano del registro delle unioni civili. Prima o poi qualcuno lo avrebbe usato e probabilmente il primo colpo era già in canna da tempo, visto che la coppia che per prima si è registrata ha affermato esplicitamente che si tratta di una scelta politica e quindi ideologica nel vero senso della parola. Ci vuole sempre qualcuno che rompe il ghiaccio …

Solo che Lei ora, da buon cattolico, si trova a dover maneggiare un giocattolo di fatto inutile, ingombrante e un po’ scomodo, e credo per Lei imbarazzante, in quanto il vero obiettivo, quello di sdoganare le coppie omosessuali, è andato in porto con successo con la seconda coppia che si è presentata in anagrafe. Lei signor sindaco verrà quindi ricordato, più che per le cose buone realizzate, per essere il sindaco della prima coppia gay ufficiale di Legnano. Lo stanno a dimostrare gli ottomila e più contatti ad oggi toccati su Legnanonews dalla notizia delle “nozze gay” (più prosaicamente si è trattato di una “cerimonia di iscrizione” dell’unione tra due persone dello stesso sesso, ma trattata con la stessa solennità dei matrimoni civili, visto la location nella Sala degli Stemmi, la presenza dell’assessore Raimondi, e la rinuncia alla privacy, quando era prevista la possibilità di farsi recapitare a domicilio l’attestato).

Non sentivamo la mancanza di questa ostentazione, certo fortemente voluta politicamente per il suo valore simbolico dalla sua maggioranza. Sul tema si sono già soffermati l’amico Luciano Guidi, capogruppo del Nuovo Centro Destra (http://www.legnanonews.com/news/20/35185/), e, ancor più diffusamente, l’amica Daniela Colombo (http://www.legnanonews.com/news/5/35205/), consigliere comunale NCD (mi perdonerete ma la parola “consigliera” la trovo brutta e non suona bene all’orecchio). Non ho qui l’intenzione di approfondire le loro pertinenti argomentazioni, quanto mi interessa coinvolgerLa nella valutazione di un preoccupante contesto che ci coinvolgerà e che va giudicato con molta attenzione.

Mi lasci però prima fare una sottolineatura sulla strumentalità dell’iniziativa del registro legnanese, avvalorata a mio parere dal fatto che l’Amministrazione Comunale non richiede alle unioni civili, in aggiunta alla convivenza e alla sussistenza di vincoli affettivi, una dichiarazione che impegni le due persone alla mutua assistenza materiale e morale. Invece ora anche le unioni tra persone dello stesso sesso sono ricomprese – al fine dell’anagrafe comunale – nel concetto di famiglia, visto il richiamo nel modulo di iscrizione all’art. 4 del DPR 223/1989 che recita “agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune”. In tal modo con il grimaldello dei vincoli affettivi e della coabitazione viene stravolto il concetto di famiglia, quello fondato sul matrimonio tra un uomo e una donna, che si basa sul rispetto degli impegni sanciti dagli artt. 143, 144 e 147 del codice civile (quelli che si leggono in comune e in chiesa agli sposi). A questa equiparazione e a questa confusione, anche solo burocratica, introdotta in modo surrettizio, dico assolutamente no! Trovate altre giustificazioni, ma non collegate la famiglia costituita con il matrimonio con questo tipo di unioni. Con il matrimonio diritti e doveri si combinano, per fare della famiglia il nucleo centrale della società e della perpetuazione della stessa, nonché il più potente (e sottostimato) ammortizzatore sociale. Suggerisco a questo proposito di dare una scorsa, anche veloce, all’interessantissimo studio delle ACLI di Brescia dal titolo ironico “10 buoni motivi per non sposarsi in Italia” che da l’idea del livello a cui i nostri legislatori hanno lasciato decadere la famiglia, al punto che la stessa è oggi oggetto di discriminazioni di fatto in campo fiscale e assistenziale rispetto alle “coppie di fatto” (http://www.aclibresciane.it/attivita_scheda.asp?id=320).

Signor Sindaco, credo di essere in numerosa compagnia quando dico che ciò che disturba non è affatto l’esistenza delle coppie di fatto od omosessuali quanto:
– l’ipocrisia di certi provvedimenti e atteggiamenti (per questo rimando a quanto afferma Daniela Colombo);
– l’ostentazione che gli attivisti LGBT portano nelle loro manifestazioni, unita spesso a disprezzo verso chi rimane fedele ad una educazione che ha sempre valorizzato la persona, nella distinzione dei ruoli che la natura ha assegnato;
– il ricorso alla Costituzione quando fa comodo, ma mai quando si parla di famiglia;
– la pretesa che queste unioni, non basate su un impegno di fedeltà, stabilità, educazione e formazione dei figli, vengano considerate giuridicamente portatrici di diritti allo stesso livello del matrimonio, senza alcuna garanzia dei doveri in cui si sostanzia il contributo al bene comune.

Le rivolgo infine alcune domande che non vogliono essere retoriche e su cui si può lavorare insieme perché riguardano il futuro:
– il registro delle unioni civili è uno dei punti qualificanti del suo programma amministrativo?
– percepisce il pericolo della deriva a livello legislativo cui ci vuole portare il movimento LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), attuando una discriminazione alla rovescia nei confronti di chi non ha idee coincidenti con quelle dei suoi attivisti sul piano dell’ educazione, della concezione della vita e della famiglia?
– che ne sarà della libertà di espressione su queste tematiche sensibili se passa così com’è il decreto Scalfarotto al Senato?
– cosa pensa della giunta Pisapia che a Milano ha fatto togliere dai moduli di iscrizione agli asili le parole “padre” e “madre”?
– dobbiamo adottare a suo parere in Italia il rapporto Lunacek recentemente approvato dal Parlamento Europeo e sostenuto dal suo partito? (http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+REPORT+A7-2014-0009+0+DOC+PDF+V0//IT). Farebbe con noi una battaglia per respingerlo al mittente?
– è al corrente che tale rapporto chiede ai paesi UE di conformarsi a un piano di rieducazione a tappeto sull’omofobia rivolto a studenti (dall’asilo alle superiori), insegnanti, giornalisti, medici, operatori sociali, magistrati e giudici, forze dell’ordine? Credevamo che simili forme di indottrinamento appartenessero ai paesi totalitari (mancano solo i preti, ma a loro e al Vaticano ci sta pensando l’ONU);
– è al corrente che anche dal governo Letta sono da poco state emanate direttive (vere e proprie  veline di antica memoria) agli organi di informazione su come dovrebbero trattare le tematiche LGBT? Si veda a proposito l’interpellanza dei senatori del Nuovo Centro Destra (http://www.tempi.it/omofobia-interpellanza-ncd-sul-documento-lgbt-del-ministero-delle-pari-opportunita-e-questo-l-orientamento-del-governo#.Uvjwy2J5OSo).

Mi sono un po’ sfogato; chiedo scusa per l’irruenza ma ci tengo ad una sua risposta. Se da ultimo posso darLe un suggerimento, stia in guardia da certi compagni di viaggio che tenteranno di portarLa a decisioni rispetto alle quali non sarà sempre così facile cavarsela con una astensione.
Buon lavoro.

Ivo Paiusco, Presidente Circolo NCD Legnano

Leggete ancheriLegnano a Colombo (Ncd): «Non scadiamo nell'omofobia»

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.