PALIO DI LEGNANO: UNA POESIA DI CARLO BORSANI
29 Maggio 2010
Egregio Direttore, tra pochi giorni Legnano rivivrà, come ogni anno, le emozioni che il Palio trasmette a tutti i cittadini e non solo a loro, visto e considerato che la manifestazione ha ormai varcato i confini comunali affermandosi come un evento di primaria importanza in tutta la Provincia di Milano. Un evento voluto e condiviso da tutti i legnanesi. Nel 1941 Carlo Borsani (legnanese e medaglia d'oro al valor militare, cieco di guerra, giustiziato a Milano il 29 Aprile 1945), pubblicò un libro di poesie dal titolo ‘Gli occhi di prima’; un documento raro ora in mio posesso , autografato dall'autore. Una di queste poesie si intitola La Battaglia di Legnano e credo sia cosa bella farne dono ai legnanesi, proprio in questi giorni, attraverso le pagine del suo giornale. La ringrazio e la saluto cordialmente. PdL – Coordinamento Comunale Circolo C.Borsani – Legnano (MI) – LA BATTAGLIA DI LEGNANO O terra mia, nell’erma notte, quando sopra il maggese bianca arde le luna, nei tuoi campi fioriti Italia aduna, come per cenno, i suoi figli chiamando. Quivi li aduna, dove un secolare canto di gloria nella notte suona per la sacra pianura dell’Olona, che ha l’onde tristi più rosse e più amare, e trepidando le reliquie antiche scopre al memore raggio delle stelle, e di lacrime bagna e bacia quelle membra che germinato hanno le spiche della nuova stagione, e pensa quando, nel tramestio dell’armi, la sua croce levò il Carroccio, e la terribil voce dei Compagni della Morte alta tonando, percosse i petti infranti agli Imperiali. Ma in quell’ora degli itali destini, Papa Alessandro nei riti divini a Dio parlava, curvo sui messali. Ed ecco al primo grido di vittoria, via gettando il vessillo e la corona nei vortici sanguigni dell’Olona, l’Imperatore che sognò la gloria d’Ottone, consacrato in Aquisgrana, cela il capo tra i morti: e al vincitore tutto lasciando, morde il disonore della polvere già repubblicana. E gli sembra fuggir verso Verona, e sotto ai piè tremare il ponte rotto, e udir da lunge un funebre rimbrotto che a lui l’eccidio di Pavia risuona. O pia Milano! Ma alle tue fortune auspice, il vespro risuonò cantando, e intorno arsero i fuochi, illuminando il tuo natale, o italico Comune. Oh! Dei Comuni età cara, sonante d’alabarde di lame e di gualchiere, di tessere beata le tue fiere lane e le sete in libertà operante ai palli degli altari , agli stendardi dei Municipi, o stirpe di Legnano che ci donasti Alberto da Giussano e la falange degli eroi lombardi, io, credente poeta, alla tua fede canto, e m’inchino, e bacio la tua polve che tanta parte della gloria involve, onde lasciasti il mio secolo erede. Carlo Borsani Legnano, 29 Agosto 1917 – Milano, 29 Aprile 1945 |
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