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MA LA MIA POSTA CHE FINE FA?

5 Maggio 2013

Caro direttore, avevo già segnalato tempo fa, quanto ora vado a ribadire.
Abito a Legnano in zona S.Paolo e da parecchio tempo ormai non ricevo con regolarità la posta.
Mi sono recata più volte al centro smistamento di via XX Settembre e in alcune occasioni ho provveduto a ritirare personalmente quanto mi apparteneva. Altre volte mi è stato detto che "non c'era nulla e di stare tranquilla perché nella mia via c'è il postino" (nel senso che, al contrario di altre zone, non era né in malattia né in infortunio e quindi la mia zona era regolarmente coperta).
Il mio problema però non è tanto ricevere le bollette perennemente scadute, per le quali per fortuna ho l'addebito in conto, quanto non ricevere corrispondenza di stretta necessità e soprattutto urgenza.
Per fare un esempio sono giorni che attendo delle ricevute di ritorno di raccomandate inviate in Legnano,che so essere state ritirate: quelle a nome di mia mamma, residente in Canazza, tempo circa 3 giorni dalla spedizione,sono state regolarmente recapitate, delle mie invece non c'è traccia.
Allora mi chiedo: dove finisce la mia posta?
Vorrei capire inoltre se è solo un problema mio o se per caso altre persone vivono il mio stesso disagio, perché non è assolutamente possibile una situazione simile.
Nell'attesa ringrazio per lo spazio concessomi e saluto cordialmente.

Barbara Consorti


Gentile Direttore, ancora una volta approfitto della sua ospitalità e cortesia.

Sono la Signora Assunta Pertile e le scrissi una mail tempo fa il cui titolo era "Il postino non suona due volte" ed ora ho  letto la lettera di protesta della Sig.ra Barbara Consorti, riguardo la mancata consegna della corrispondenza da parte delle Poste.

Gentile Signora sono solidale con Lei, ho avuto e ho tuttora lo stesso problema da più di un anno: "consegna a singhiozzo, corrispondenza mai recapitata, aspetto una copia di una rivista dal mese di gennaio e una R/R  di raccomandata spedita il 16 aprile". A nulla sono valse lettere di protesta e allora cosa dire? I responsabili prendano atto del disagio e abbiano almeno il coraggio di scusarsi pubblicamente per la loro inefficienza,ma sinceramente ne dubito visto il loro continuo accampare motivi sempre diversi.  

Con cordialita'

Assunta Pertile

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