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LA SETTIMANA CORTA ALLE SUPERIORI

12 Giugno 2013

La settimana corta alle Superiori: riceviamo e pubblichiamo alcune considerazioni del sindacalista legnanese della FLC CGIL, Pippo Frisone


Ancora una volta la scuola è chiamata a piegarsi alle ragioni dei tagli di spesa. Ancora una volta si ignorano e si calpestano le sue specifiche funzioni e i suoi bisogni organizzativi e le si chiede l’ennesimo ‘sacrificio’. Non bastavano meno docenti, meno ore di lezione, meno fondi, meno spazi… ora (e ci pare incredibile) anche meno riscaldamento !

Da qui verrebbe l’invito da parte della Provincia di Milano e dell’ USR Lombardia ad adottare, nelle scuole della provincia di Milano, la cosiddetta settimana corta, indirizzato a dirigenti scolastici ed organi collegiali.

Si tratta di un invito, non di un obbligo .

Resta l’impressione di un’ulteriore entrata a gamba tesa sull’autonomia scolastica, di chi vive la scuola solo in termini di costi.

Il vero costo invece , lo diciamo da tempo, è tenere le scuole chiuse alle esigenze formative delle comunità e dei territori. Va prevista maggiore apertura, non maggiore chiusura delle scuole!

I numeri della dispersione scolastica descrivono una scuola ancora troppo poco inclusiva: la Lombardia è l’ultima regione d’Italia come tasso di frequenza dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni nella scuola secondaria superiore (dati Istat dicembre 2012).

Per porre rimedio ed allinearci realmente a una ‘qualità europea’ tanto sbandierata dall’amministrazione avremmo bisogno di didattiche alternative e occasioni di arricchimento culturale, non solo di lezioni ‘frontali’, e con spazi e tempi più distesi.

In molte scuole in questi anni il dibattito sull’argomento c’è già stato e sono emerse concrete difficoltà che l’amministrazione finge di ignorare; soprattutto, laddove non ci sono mense o punti di ristoro a norma; mancano i laboratori, spesso obsoleti, e ancor più spesso non si dispone di tecnici per farli funzionare. D’altro canto l’inadeguatezza degli edifici scolastici (anche da un punto di vista energetico!) è sotto gli occhi di tutti, utenti e lavoratori, con pregiudizio della sicurezza ancor prima che della didattica.

A quali esigenze risponda poi l’articolazione del tempo scuola in un istituto superiore, evidentemente, non interessa affatto: non si tratta solo del tempo per lo studio e l’elaborazione individuale (essenziale per questo segmento scolastico) e dei problemi di ‘concentrazione’ dei contenuti che finirebbe per ricadere sugli alunni più deboli; è in gioco anche l’accesso alle attività di recupero gratuite fatte a scuola, alle attività integrative offerte a tutti .

Le periferie e la provincia, inoltre, sostengono a fatica i tempi del pendolarismo scolastico già così com’è ora, senza lezioni nei pomeriggi; non dimentichiamo che in alcuni contesti socio – culturali la scuola è spesso l’unico erogatore di attività formative e creative davvero qualificate.

Per tali ragioni molti docenti restano contrari o quantomeno perplessi rispetto alla settimana corta!

All’IIS Dell’Acqua, al Liceo di via Gorizia, all’ITIS Galilei l’orario di lezione degli studenti va dal Lunedi al Sabato. Solo l’Ipsia Bernocchi ha già adottato la settimana corta e per il prossimo anno, a causa del dimensionamento che riunifica Ipsia e Itis, si prevede l’estensione, pur se bocciata in Collegio, in entrambi gli istituti.

Cosa succederà il prossimo anno staremo a vedere.

Per la FLC-Cgil è tempo di mettere fine alla politica dei tagli che ricadono sempre sulla scuola. Altro che risparmio! La riduzione forzata dei giorni settimanali di lezione potrebbe rivelarsi in un boomerang ed essere concausa dell’ aumento dell’insuccesso scolastico.

Una beffa ulteriore che si tradurrebbe in maggiori costi , proprio per studenti e famiglie più disagiate.

Pippo Frisone – FLC-CGIL Legnano 

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