18 Luglio 2024

Buongiorno Direttore,
volevo condividere un’amara riflessione sul sistema giustizia dopo la Riforma Cartabia, che, di fatto, sta paralizzando da oltre un anno l’attività dei Giudici di Pace.
Sono un’avvocatessa di Legnano e svolgo questa attività da ormai 25 anni. Mai come oggi il nostro lavoro è completamente svilito e il servizio di tutela che possiamo offrire ai nostri cliente è vanificato proprio da chi è deputato ad offrire rapide soluzioni alle controversie tra i cittadini. Lo stato sociale è  gravemente messo alla prova da una crisi ormai generalizzata che non fa che aggravare i conflitti tra le persone. Non solo, anche i rapporti commerciali sono gravemente compromessi dall’impossibilità di trovare una rapida soluzione alle diatribe in corso.
Questa mattina, quando ho aperto la corrispondenza e ho letto la mail di riscontro del cancelliere dei GDP di Busto Arsizio, mi sono cadute le braccia. È dal mese di aprile che ho depositato un semplice ricorso per decreto ingiuntivo per un cliente, giovane, che alla prima esperienza imprenditoriale è rimasto scottato dalla poca serietà della controparte, un giovane imprenditore come lui. Considerato il fatto che da tre mesi il fascicolo non ha aggiornamenti, nonostante fosse stato assegnato al giudice sin dal 15 maggio, ho scritto al responsabile della cancelleria per avere contezza dei tempi ancora presumibilmente necessari per l’emissione del decreto.
Ebbene, la risposta è stata la seguente: il Giudice sta provvedendo ad emettere i decreti depositati a novembre 2023. Adesso mi chiedo: dove trovo la forza di comunicare al cliente che, presumibilmente, la sua pratica resterà bloccata per almeno altri sei mesi? C’è, però, un’ulteriore considerazione da fare, forse ancora più amara: se da una parte c’è un creditore disperato, dall’altra c’è un debitore che si frega le mani ringraziando il sistema giustizia che gli ha certamente garantito almeno un altro anni di impunità.

Grazie per l’attenzione

Elena Volontieri