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Il rilancio della economia in una proposta tutta legnanese

22 Aprile 2020

Una proposta economica inoltrata al Governo per aiutare il nostro paese a risollevare la propria economia e ridare liquidità al sistema. E' firmata da un legnanese, Fabrizio Tajé, per un contributo a cercare una seria soluzione. La proponiamo ai nostri lettori per una doverosa conoscenza


Questo è il momento cruciale dell'emergenza sanitaria, ma quando tutto questo sarà passato, si porrà il problema di rilanciare la nostra economia colpita dal Coronavirus.
Vorrei, pertanto, sottoporre a tutti i lettori interessati un piccolo contributo, un’idea per incrementare la nostra liquidità interna e per rilanciare i consumi, mediante la creazione di nuovi strumenti di liquidità (ho già inoltrato, da semplice cittadino, questa proposta alle Autorità competenti per una valutazione).
E' a tutti evidente che non possiamo stampare moneta, non avendo più sovranità monetaria poichè siamo parte della zona euro, tuttavia si potrebbe creare uno “strumento” da utilizzare su base volontaria, per ogni scambio di beni e servizi tra cittadini e tra cittadini e imprese, nel rispetto dei nostri vincoli comunitari. 
 
Questo “strumento” non può essere una moneta interna, e non avrà i requisiti di una moneta avente corso legale in quanto la sua circolazione si baserà sull'accettazione volontaria di questo strumento di scambio.
 
Questo strumento di scambio, per essere “appetibile”, deve avere una sua utilità/fiducia intrinseca.
Espongo quindi due ipotesi:
 
Credito d'imposta cartaceo al portatore: sarà emesso dall'amministrazione fiscale a favore di titolari di credito d'imposta, ma non intestato al “creditore del fisco”; bensì consegnato fisicamente allo stesso (cittadino o impresa che sia). Quest'ultimo potrebbe non utilizzare il credito d'imposta per “pagare le tasse” ma utilizzarlo per fare un acquisto o un pagamento. Il venditore, a sua volta, potrebbe accettare questo strumento poichè è certo che, se anche nessun altro lo accettasse come strumento di scambio, potrà sempre utilizzarlo per pagare il fisco. Questa certezza (la facoltà di usare il credito d'imposta al portatore per pagare il fisco) rende lo strumento cartaceo fluido e circolante e, alla fine, può darsi che non venga mai presentato per pagare il fisco ma continui a circolare tra i vari soggetti economici stimolando la vendita di beni e servizi.
Obbligazioni al portatore emesse da imprese che operino nel mondo della grande distribuzione retail. In questo caso l'impresa potrebbe emettere un'obbligazione al portatore. Chi la sottoscrive può incassarla dopo un determinato termine ( la durata dell'obbligazione potrebbe essere di 3, 6 o 12 mesi). Alla scadenza il portatore dell'obbligazione può chiedere il rimborso in contanti ovvero utilizzarla per fare acquisti presso l'emittente dell'obbligazione. In quest'ultimo caso naturalmente avrebbe anche uno sconto ulteriore sull'acquisto di prodotti, in quanto incassa l'obbligazione, in “merce” e non in contanti. Anche questo strumento ipotizzato, sia per la sua “portabilità” che per il rating dell'emittente e la facoltà di essere convertito in merce, potrebbe non essere mai portato all'incasso, ma circolare come strumento di scambio per acquisto di beni e servizi tra cittadini e imprese. 
Questi strumenti dovrebbero avere tuttavia caratteristiche comuni:
A) devono essere cartacei e al portatore, per agevolare la circolazione il più possibile;
B) non devono essere gravati da alcun costo fiscale;
C) non si devono mai prescrivere, per essere sempre accettabili da chiunque.
Ritengo, a prescindere dalle ipotesi illustrate, che sia necessario ridare alla nostra economia liquidità circolante, anche senza passare dal sistema bancario ed a nuovi indebitamenti. 
Ogni strumento di scambio di beni e servizi, comunque lo si voglia elaborare, può contribuire a questo fine.
Ringrazio in anticipo per la pazienza nella lettura di questa “idea”.
 
Fabrizio Tajè

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