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IL PROBLEMA DEI ROM: LETTORI A CONFRONTO

9 Febbraio 2012

Egregio prof… Restelli,
pur rinnovando la mia stima nei suoi confronti, mi rimane l’amaro in bocca per un pretestuoso articolo su questa frase del dna… ‘è nel loro/suo dna’, è oramai una frase usata per dire ‘nelle loro abitudini’, ‘nelle loro corde’, e capisco che potevo essere più attento a non usarlo, ma a 3 giorni di distanza dal polverone creato ad hoc sia dai nostri oppositori, sia da altri benpensanti, fatto da lei, mi lascia basito, anche perché dimostra disattenzione per il post successivo a questo scritto sul mio blog… http://danielebertisindaco.blogspot.com/2012/02/la-tempesta.html
Una volta chiarita la questione si può anche finire la polemica, e visto che c’è, lei che è un professore influente rivolga l’appello a tutti i candidati sindaco e ai partiti che non hanno ancora un candidato, magari solo un coordinatore cittadino, di raccontare a tutti i legnanesi la posizione da tenere nei confronti di queste persone…
Nessuno ne parla, questo mi preoccupa, gli argomenti scomodi vanno sempre lasciati in un angolo… e i cittadini aspettano risposte, non lezioni di storia
Grazie comunque professore per i suggerimenti.
Costruttivamente,

Daniele Berti, il candidato sindaco che parla ai suoi concittadini
(col suo gruppo a 5 stelle)

Egregio direttore, ho bisogno del suo aiuto. Non riesco più a capire cosa sta succedendo.
Il prof. Restelli è sconcertato da cosa?
Vuole dare il premio Nobel a chi?
Ma sono io che sono pazzo e non capisco o mi stanno prendendo per il BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP?
Forse è stato il Professor Restelli a trovare il posto di lavoro al bel René?
Ma io non riesco più a capire nulla!!!
Ma cosa possono capire i nostri figli leggendo queste cose?
Come faccio a dire alle mie figlie di essere oneste se poi proteggiamo i delinquenti?
I Rom rubano, stuprano, uccidono, entrano nella nostra quotidianità devastandola e noi gli diamo il Nobel per la Pace.
Non hanno mai dichiarato guerra a nessuno? Peccato, lo facessero, sarebbero più rispettabili.
Siccome non hanno dichiarato guerra possono ucciderci e noi non possiamo condannarli, non dico ucciderli, semplicemente condannarli.
Il Bel René incomincia la sua carriera a 8 anni, prende 260 anni di carcere e dopo 40 gli viene dato il permesso per andare al lavoro. Ma se non c'è lavoro per le persone oneste diamo lavoro a uno di questo tipo?
Il suo stipendio non sarebbe meglio darlo ad un padre di famiglia?
No no, probabilmente metteremo nella cella libera di Vallanzasca, che nel frattempo sarà evaso, il padre di famiglia che per la disperazione avrà rubato 4 arance per i suoi figli.
E Renato? Renato Vallanzasca, dopo essere scappato in qualche isola paradisiaca, riceverà la pensione dall'INPS, perchè è stato un lavoratore, mentre una povera donnetta di 84 anni che non ha mai rotto le scatole neanche al suo vicino di casa deve sopravvivere con 600 euro al mese.
Che dire, sono Italiano e sono orgoglioso di esserlo, ma quanta rabbia per questi miei connazionali che sparano BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP da mattina a sera…
Che si trovassero loro un'isola dove andare e lasciassero l'Italia nella mani di chi l'Italia l'ama e la vuol vedere come un paese civile, che protegge gli onesti e si libera dei delinquenti.

lettera firmata 

Buongiorno Direttore,
sto leggendo con interesse e poco stupore i vari interventi e commenti, a seguito della infelice ‘uscita’ di Daniele Berti, riguardo il genoma del popolo ROM che impedirebbe l'integrazione col resto del paese.
Poco stupore perché una battuta che dentro ad un bar non avrebbe suscitato che ilarità, invece sta provocando lo sdegno di qualcuno. Infelice perché comunque sono convinto che un personaggio pubblico non dovrebbe lasciarsi sfuggire commenti del genere, o perlomeno, dovrebbe prima cercare le parole giuste, per esprimersi.
Per esprimere cosa? Ma per esprimere il proprio pensiero, perché questo e' ciò che pensa veramente Berti, riguardo i ROM e, secondo il mio modestissimo parere, ha perfettamente ragione !!
Io, al bar, gli avrei dato ragione, e gliene do anche qui, spiegando perche'.
Premetto che non conosco personalmente il Berti e che, sinceramente, non fa parte del mio orientamento politico, per cui il mio non e' un giudizio di parte.
Noi Italiani di mezza età, che abbiamo conosciuto gli ‘zingari’ da piccoli, quelli che i nonni ci dicevano di evitare perché ‘rubavano i bambini’, quelli che svaligiavano le case, quelli che si lavano poco e stargli sottovento, fanno mancare il respiro.
Noi Italiani, il popolo ROM, non lo abbiamo mai conosciuto. Noi Italiani, abbiamo sempre e solo conosciuto accampamenti di straccioni dediti ai furti in appartamenti, all'accattonaggio e allo sfruttamento minorile. Macchine di lusso, sfoggio di catene e bracciali d'oro per gli uomini, costumi stravaganti e capelli unti per le donne, qualche straccio per i bambini.
Questi sono i rom (volutamente minuscolo) che abbiamo conosciuto noi, questi sono quelli che Berti confonde con i ROM. Questi non si integreranno mai, e' impossibile.
Il popolo ROM, quello dello sterminio nazista, e' tutt'altra storia.
Ma una domanda sorge spontanea: siamo sicuri che un popolo nomade, sto parlando dei ROM, non dei rom, voglia davvero integrarsi con la popolazione stanziale?
E come potrebbero fare?
Sa che e' un vero controsenso?
Nomade <> Stanziale, stride proprio da un punto di vista ‘dinamico’….
Oppure vorrebbero solo il permesso di ‘parcheggiare’ dove gli pare, ottenendo in più acqua, gas, luce, magari gratis, e la possibilità di infilare i propri figli a piacimento, ora in una scuola, ora in un'altra….
Ma e' VERA integrazione?
Non facciamo gli ipocriti, via…
Giù il cappello per i ROM dell'olocausto, ma questi ROM, sono altra gente.

PIETRO VERCESI

Gentile Direttore, vorrei esprimere la mia opinione in merito alla parte conclusiva della lettera inviata dal Prof. Restelli.

Terrei fin da subito a precisare che, pur con il dovuto rispetto per le persecuzioni razziali subite dai Rom a da tutti gli altri popoli, per le ragioni che troverà elencate in seguito, sicuramente non sarò una di quelle persone che faranno propria la riflessione di Moni Ovadia.

Le mie motivazioni sono principalmente legate alla mia esperienza personale con i Rom con i quali, mio malgrado, mi sono trovato ad avere a che fare in quanto proprietario di un bar nelle vicinanze del vecchio ospedale.

Dal 1996, anno in cui ho iniziato la mia attività, non li ho visti far altro che chiedere l’elemosina sfruttando i minori e fingendo invalidità, utilizzare i mezzi pubblici senza mai pagare il biglietto, raggirare persone, soprattutto anziane, per rubare portafogli dalle borsette (portafogli che in svariate occasioni ho poi ritrovato nella cassetta del WC opportunamente svuotati del loro contenuto), per non parlare delle loro pessime condizioni d’igiene e dell’abitudine di importunare me e i miei clienti con continue richieste.

Purtroppo a mio avviso, checché se ne dica, i Rom costituiscono un grave problema di ordine pubblico e sociale e finora, a parte tante buone parole e tante critiche nei confronti degli sgomberi, mi pare proprio non ci siano state iniziative concrete di cittadini volenterosi disposti a mettersi in gioco per sfatare i luoghi comuni e suffragare con i fatti le loro idee.

Roberto Castoldi

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