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Il Pd sulle unioni civili: «Un atto di civiltà che rafforza i diritti di tutte le coppie»

12 Febbraio 2014

Prosegue il dibattito sull'istituzione del registro delle Unioni Civili a Legnano dopo i primi attestati rilasciati in città (Qui il nostro servizio: Unioni civili, la prima coppia omosessuale: «Una firma per tutti gli "invisibili"»). Questa volta a intervenire dopo il botta e risposta di Ndc e riLegnano, è il Partito Democratico seguito da una lettera scritta da Roberto Venegoni  il primo legnanese ad essersi unito civilmente con la propria compagna, Tiziana. 


A Legnano abbiamo approvato in Consiglio Comunale l’istituzione del Registro delle Unioni Civili. Si tratta di un riconoscimento, in ambito locale, delle coppie di fatto e ha un valore fortemente simbolico. Possono iscriversi coppie dello stesso sesso o di sesso diverso, maggiorenni, residenti e conviventi nel nostro Comune.

Molti Comuni italiani stanno adottando i registri delle unioni civili in quanto manca una legge nazionale che garantisca le coppie di fatto. Il regolamento rappresenta un atto di civiltà perché riconosce (in ambito locale e presso gli Enti e Istituzioni che lo riconoscono) e rafforza i diritti (e di conseguenza anche i doveri) di due persone che decidono di formare una coppia e che, per ragioni personali o perché loro impedito, non vogliono o non possono sposarsi.

La Costituzione all’art. 2, che, garantendo e riconoscendo i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo che nelle formazioni sociali, in cui si esprime la sua personalità, individua la coppia (così come argomentato dalla Cassazione e dalla Corte Costituzionale) come formazione sociale di base, se questa è fondata sull’affetto fra due individui. Il concetto che sta alla base di questo riconoscimento è quindi quello dell’affettività, che pensiamo sia un diritto universale. Se due persone si vogliono bene e magari vivono insieme da anni, diventa fondamentale, ad esempio, che venga loro riconosciuto il diritto di assistere ai funerali del convivente. Emblematico il caso di Adele Parrillo, a cui è stata negata la partecipazione ai funerali di Stato del compagno che era tra le vittime di Nassirya.

È fondamentale il diritto di ricevere informazioni, di accudire, di prendere delle decisioni rispetto al partner malato o ferito in ospedale, aspetto questo che deve diventare un diritto riconosciuto per tutte le coppie.

La crisi del welfare, le ricette neoliberiste, il precariato imperante, la distanza fra la classe dirigente, le istituzioni centrali e i cittadini, cioè, in pratica l’assenza e la carenza di servizi per le famiglie e le persone, insieme ad un decadimento del concetto di “cosa pubblica”, minano la stabilità, l’unione, la preparazione e la sopravvivenza delle famiglie. Rispetto ad una qualità della vita sempre più al ribasso, ritenere che le unioni civili siano tra i fattori che intaccano il concetto di famiglia è fuorviante.  Noi riteniamo che le unioni civili non sono in contrasto con l’art. 29 della Costituzione, che tutela il matrimonio e con gli articoli della Costituzione sulla famiglia. Nessuno del PD vuole minare il concetto di famiglia, anzi in un periodo  di crisi e di mancanza di speranza e di fiducia a tutti i livelli di governo siamo impegnati a cercare soluzioni per il sostegno concreto e non a parole dei giovani che vogliono costituirsi in famiglia. Nessuno vuol chiudere in un cassetto gli inviti e gli appelli di Papa Francesco e di Benedetto XVI.

Ma ci si dimentica che le coppie “di fatto”, sia di sesso diverso che dello stesso sesso, già esistono. Non si può negare l’esistente per paura del diverso. È fondamentale che, di fronte all’agire di tanti Comuni e Municipi che stanno istituendo i Registri delle Unioni Civili, lo Stato tragga le dovute conseguenze riconoscendo i diritti fondamentali e universali delle coppie di fatto su tutto il territorio nazionale. Intanto l’abbiamo fatto a Legnano. Poco importa se verrà usato o meno e da quanti, non è una gara, ma è la possibilità (a costo zero) di veder riconosciuti alcuni diritti.

Alberto Dell'Acqua

Segretario Circolo PD Legnano


Riportiamo di seguito la lettera di Roberto Venegoni, il primo legnanese ad avere sancito la convivenza con la propria compagna Tiziana, firmando il registro delle unioni civili di Legnano. (Qui il servizio, Roberto e Tiziana inaugurano il registro delle unioni civili di Legnano).

Gentile direttore 

 Sentendoci tirati in ballo dal Sig. Ivo Paiusco (Qui la lettera del presidente di Ncd, "Registro unioni civili, un giocattolo inutile, ingombrante e un po’ scomodo") non posso esimermi dal rispondere alle sue affermazioni fatte a questo giornale.

Ci si accusa di aver fatto una scelta politica. Perchè, non è dalle scelte politiche che si decide il futuro degli italiani? Non sono i cittadini i primi a doversi impegnare politicamente per fa si che questa società migliori? Sinceramente Sig. Ivo Paiusco non capisco di che cosa mi si rimproveri. Lei fa polica ma vorrebbe proibire ai cittadini "normali" di fare politica? Non capisco. Perchè le sue scelte o quelle del suo gruppo politico non rispondono a una ideologia? Cosa c'è che non va nelle ideologie quando guardano alla libertà degli individui e non alla negazione dei diritti?

Come può essere Sig. Ivo che non le venga in mente che l'ostentazione di cui lei parla a riguardo delle manifestazioni dei gruppi LGBT altro non sia che una reazione al fatto che un'interà comunità di persone vede da anni negati i propri diritti?
E poi, cosa c'entra questo con il registro delle Unioni Civili del Comene di Legnano? La reazione a cui lei fa riferimento nasce anche grazie alle sue parole. Cosa vuol dire "distinzione dei ruoli che la natura ha assegnato"? Secondo me tutti i comportamenti sessuali sono naturali, se non danneggiano una delle persone coinvolte ovviamente. O mi vuol forse dire che considera come una malattia l'omossessualità? Perchè se non è una malattia è un comportamento che rientra nella normalità, o sbaglio?

L'impegno di fedeltà, stabilità, educazione e formazione dei figli ha secondo lei bisogno di contratti? O ha bisogno per forza di un uomo e una donna? Secondo me ha bisogno prima di tutto di due persone che si vogliano bene e vogliano portare avanti un progetto di vita. E le assicuro che non siamo in pochi, a Legnano e in Italia a pensarla in questo modo. Le posso garantire che fedeltà e formazione dei figli non sono prerogativa esclusiva delle persone sposate. E continuare ad affermare il contrario offende quelle coppie che da anni costruiscono rapporti e crescono figli con consapevolezza e impegno.
Le faccio poi notare che per "disfare" un matrimonio esiste il divorzio, il matrimonio è quindi ben lontano dall'essere un patto per la vita, una scelta di stabilità e di corretta crescita dei figli. Meglio, può esserlo oppure no, purtroppo queste cose non dipendono dal contratto che si decide di sottoscrivere ma dalle persone coinvolte. Considerare le coppie di fatto meno stabili e affidabili delle coppie sposate è di fatto considerare i cittadini conviventi come cittadini di serie B.

Credo sia ora di parlare di allargare diritti e non di negarli. Negare diritti a chi la pensa in maniera diversa, questa si è una scelta ideologica che tende ad escludere e non ad includere.

Roberto Venegoni

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