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FARE LEGNANO: LE POLVERI NON CONOSCONO CONFINI

9 Febbraio 2011


Ancora una volta, come tutti gli inverni da molti anni a questa parte, siamo qui a lamentarci per l’inquinamento atmosferico. Se l'anno scorso Fare Legnano sottolineava come fossero sufficienti 46 giorni per raggiungere la soglia critica,quest'anno sono bastati appena trentotto giorni dall’inizio del 2011 perché il nostro capoluogo ne trascorresse 35 con il PM10 sopra il limite.

In occasione di questa nuova, quanto scontata emergenza vorremmo sottolineare come si assista ad un altrettanto scontato e confusionario approccio al problema della lotta all'inquinamento. Chi decide in modo autonomo (Milano) di fermare le auto per un paio di domeniche, chi non decide nulla (Regione) e chi aspetta chi altri decidano (Comuni).

Ma il vero problema andrebbe affrontato in modo globale e tutti insieme. Una volta individuate le fonti di inquinamento (impianti di riscaldamento, traffico, impianti industriali, ecc) sarebbe opportuno monitorare adeguatamente e in continuo la qualità dell’aria sul territorio. Da questo punto di vista nella nostra città non esiste una centralina che sia in grado di fornire dati giornalieri su parametri fondamentali quali polveri sottili (PM 10, PM 2,5) e Benzene. Quella esistente è inadeguata e va aggiornata.  

La collocazione poi è essenziale per poter rielaborare i dati in modo corretto. Collocare i rilevatori in mezzo ad un parco non ha senso, o perlomeno ha molto poco senso. Alcuni parametri vengono alterati dalla barriera naturale rappresentata dal verde. La centralina andrebbe posta sia in punti molto trafficati, sia presso le abitazioni o i pubblici uffici, dove insomma le persone hanno occasione di passare molto tempo. Bisogna infatti ricordare che è sempre più diffusa l’ipotesi che molte malattie delle vie respiratorie sono facilitate o addirittura dovute a quel aerosol di veleni che è l’aria di Legnano (e non solo). Se non si interviene per tempo e in modo adeguato non ha senso bloccare il traffico per un giorno alla settimana. Se non si favorisce la cosiddetta mobilità dolce (pedonale e ciclabile) in una città ancora abbastanza “compatta” come la nostra, allora è inutile parlare di salvaguardia della salute pubblica.

Bisogna agire per trasformare la mentalità verso una limitazione dell’uso dell’auto. Ma tutto ciò non basta, e soprattutto non può essere un compito delegato alla sensibilità e al portafogli dei soli cittadini che recepiscono lo stato di emergenza, le Amministrazioni devono intervenire in modo incisivo.

Dobbiamo tenere sotto controllo i trasporti pubblici. Più frequenti, più razionali ma soprattutto meno inquinanti (metano o meglio ancora elettrici). Non ha senso che ancora oggi per le anguste vie di Legnano girino “dinosauri” che sputano fumo e particolato a volontà. Inoltre è essenziale il controllo degli impianti di riscaldamento e l'incentivo alla riconversione.
 
L’allargamento della rete di teleriscaldamento aiuta. Il ricorso alle energie alternative (fotovoltaico, solare, eolico) sugli edifici pubblici e privati, nuovi o vecchi non può che dare una mano decisa verso l’abbattimento delle polveri e dell’inquinamento chimico. Le nuove costruzioni con criteri a risparmio energetico sono una scelta oculata e decisiva. Si tratta di interventi riteniamo corretti e da favorire, ai quali però manca una cabina di regia.

Soprattutto è importante coordinarsi come enti locali per evitare di distruggere quello che il vicino costruisce. Il traffico, l’inquinamento non possono essere a carico della singola amministrazione. Le polveri non conoscono confini. E solo dopo tutta una serie di interventi allora ha senso la domenica “ecologica” come aiuto e come scelta didattica, se non come scusa per riscoprire la città a ritmo “lento” ma “umano”.
 
FARE LEGNANO

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