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FA SEMPRE DISCUTERE LA NECESSITA' DI UN NUOVO OSPEDALE A LEGNANO

12 Giugno 2009

Gent. Direttore Legnanonews, 
nella parte finale di un servizio sul Corriere della Sera, a firma Simona Ravizza (pagina 25, del 10 giugno 2009), Legnano ha il privilegio di essere nominata 2 volte per il suo nuovo ospedale che ultimamente è diventato argomento di frequente discussione critica in Consiglio Comunale, nei giornali on line e nella stampa locali.

Più volte nel passato ho personalmente incoraggiato l'informazione locale a trattare il problema dei 2 ospedali e sono soddisfatto che finalmente un maggior numero di Legnanesi è informato e sensibilizzato dalle grosse problematiche che riguardano la sanità cittadina. Aggiungo qualche mia considerazione personale ricavata dal servizio di Simona Ravizza :

1. Non è riportato l'Ospedale di Rho dove negli anni ' 90, prima che a Legnano, la Regione avrebbe ipotizzato la costruzione di un nuovo ospedale, piuttosto che la ristrutturazione di quello attuale, ma l'amministrazione comunale si sarebbe opposta: è recente la notizia che a Rho è stato chiuso qualche reparto per inagibilità, per cui si dedurrebbe che non è stata attuata nemmeno la ristrutturazione più necessaria.

2. Il Piano straordinario prevede 5.837 nuovi posti letto: nel nuovo ospedale di Legnano si prevede praticamente un dimezzamento dei posti letto rispetto all'ospedale di Via Candiani negli anni ' 70 , mentre la popolazione è aumentata nel frattempo del 20% circa.

3. Negli anni ' 60 il Policlinico di Milano sembrava destinato ad essere ricostruito in periferia per motivi legati ai costi di ristrutturazione e alla sua sede in zona centrale trafficata : è rimasto nella sua sede, è stato tutto completamente ristrutturato ed ha dimostrato l'utilità di un ospedale nel centro cittadino in qualche evento funesto.

Ho illustrato solo dei termini di paragone per le incongruenze nella costruzione di un nuovo ospedale a Legnano, dove c'è stata una convergenza tra le preferenze del piano regionale, la compiacenza dell'amministrazione comunale e l’impulso dell’edilizia nuova a scapito di quella conservativa.

L’aspetto più importante è la qualità della sanità nel Legnanese che non si misura con l’innovazione edilizia e tecnologica, ma con la conservazione del livello d’eccellenza raggiunto nell’ospedale di Via Candiani da una scuola medico-chirurgica definibile legnanese.

La divisione dei pazienti per intensità di cure, come dichiarato in qualche intervista dal direttore della Azienda Ospedaliera, non sembra assicurare la continuità del livello di funzionalità e di specializzazione degli attuali reparti di diagnosi e cura.

La definizione di ospedale per casi acuti ed il numero ridotto dei posti letto, variabile a fisarmonica e quindi in spazi ristretti, creerà una selezione nell’accettazione dei pazienti secondo la varie patologie a discapito della parità del diritto alla salute di tutti i cittadini.

Cordiali saluti.
Enzo Prandoni

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