Il provvedimento quindi rimane fermo, attuale, vigente ed applicabile. Concordo quindi con tutte le altre amministrazioni pubbliche – vorrei ricordare che tali ordinanze sono state emanate da sindaci di tutta Italia e di ogni colore politico – che intendono modificare o integrare i propri regolamenti locali in modo da superare la sentenza della Consulta e continuare a tenere sotto controllo certi fenomeni che danneggiano la quiete pubblica e la sicurezza dei cittadini.

Del resto il decreto Maroni conferiva al sindaco ampio potere di intervento su aspetti legati alla sicurezza urbana attraverso l’adozione di apposite ordinanze volte a contenere fenomeni di degrado ambientale, sociale e civile. Ora, invece, togliendoci gli strumenti di intervento che migliorano il livello di sicurezza, l'efficacia della nostra azione a tutela dei cittadini non può che diminuire. E' inevitabile, quindi, far rientrare queste ordinanze, finalizzate ad evitare che certe situazioni possano esacerbare – rientrino nel Regolamento di Polizia urbana.
 
La cittadinanza, che ha accolto con favore la nostra ordinanza anti-schiamazzi proprio perchè risponde alle loro esigenze e al sacrosanto diritto di quiete, può stare tranquilla: non ci sarà alcun dietro-front’.

Marilena Vercesi