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CONSULTE: IL PERICOLO RISIEDE NEL GENERARE TROPPE ATTESE

21 Giugno 2013

Si sono concluse alla Canazza le tre assemblee di presentazione delle Consulte territoriali. Di seguito il pensiero di un lettore sui nuovi organismi, con il quale si potrebbe aprire un interessante dibattito a livello cittadino.


Caro direttore, in questi giorni l'amministrazione comunale di Legnano è impegnanta nel lancio delle "Consulte territoriali".
 
E' giusto che di fronte al crescente distacco della "gente" dalla politica e dall' amministrazione pubblica, si cerchi di fare qualcosa.
Ecco allora la parola nuova (?): "Partecipazione", presentata con molta enfasi e con il pericolo di suscitare attese ben maggiori di quelle che l'attuale situazione consente di soddisfare.
 
Alcune osservazioni:
1- Molte persone, se non la maggior parte, per prima cosa si aspettano che, chi si è proposto per governare e che ha ricevuto il mandato per farlo, amministri al meglio la città cominciando dalle cose fondamentali, quelle che interessano tutti, per esempio la manutenzione della città, la sicurezza ecc. E che lo faccia con un occhio ai costi e a non gravare la pressione fiscale (fino a poche giorni fa abbiamo lavorato esclusivamente per il fisco).
2- Oggi i centri decisionali si allontanano sempre di più dall'ambito locale. Anche in una città come la nostra molte scelte sono condizionate dagli umori di Bruxelles. Inoltre c'è una selva intricatissima di regolamenti, leggi, procedure che neppure gli addetti ai lavori concoscono fino in fondo.
3- A Legnano, come in tante altre parti, ci sono centri di aggregazione, comitati, associazioni di lunga tradizione che in vari modi hanno già saputo elaborare ed indirizzare direttamente, in modo autonomo, proteste e proposte al Comune. Con l'introduzione delle consulte si andrà verso la burocratizzazione di queste attività, e la interposizione di un filtro.
4- La partecipazione presume la conoscenza. Allora il primo passo dovrebbe essere quello di rendere comprensibili ,anche a chi non è un contabile, con esposizioni di facile ed intuitiva lettura i documenti fondamentali dell'amministrazione comunale e società che erogano servizi: bilanci, organici, costi. Se si riuscisse ad esporre in maniera chiara e trasparente cosa, chi, come e quanto mi permette di avere l'acqua potabile in casa o quanto costa e quanto rende la raccolta differenziata, molti motivi di diffidenza verrebero meno o si attenuerebbero.
 
Si potrà obiettare che la partecipazione non si può ridurre ai "conti della serva" , va bene, ma i conti alla fine bisogna sempre farli e pagarli. Tutto da rifare allora. No. Liberiamo il discorso sulla partecipazione da un'enfasi eccessiva e riconosciamone i limiti e le modalità alterentive.
 
Grazie per l'attenzione
Alberto Bonesi

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