In quel documento, credimi, rivedo lo spirito più autentico di quel movimento che è Comunione e Liberazione.

In quelle parole risento lo stimolo, il pungolo alle “domande”, al confronto con la società che parta, prima di tutto, da un serio e schietto confronto con il proprio “IO”.

Perché troppe volte siamo tentati, tutti, nei nostri ruoli quotidiani, di guardare agli altri, alla società, alle Istituzioni, alle vicende che ci scorrono sotto gli occhi, come avulsi da noi stessi e da quella “verità” che dovrebbe vigilare con rigore prima di tutto il nostro cammino. Credo, sinceramente, che manchi quella umanità profonda, quella passione per l’uomo, quella tensione all’abbraccio caritatevole, quella voglia di testimoniare principi e valori nei quali affermiamo spesso di credere. Guido Gozzano, all’interno dei un proprio componimento, ricordava di sentirsi spesso “quel che fingo d’essere e non sono”: e, forse, questo vulnus sta prendendo il sopravvento sulla verità. Con conseguenze che sono visibili a tutti. Eppure, quando guardo alla innumerevole realtà di uomini e donne che testimoniano il loro amore per l’uomo attraverso l’opera del volontariato, che portano sulla pelle la passione per una società realmente solidale, che sanno guardare alle vita con la forza del sorriso, beh Caro Paiusco, allora rivedo, sempre, la speranza, la luce oltre il buio. La Tua riflessione, per la quale Ti ringrazio, deve essere un’esortazione, per tutti noi, a rituffarci nei desideri più veri, più profondi: a scommettere sempre nell’uomo e, per l’uomo, non barattare mai, ma proprio mai, i pilastri della nostra più vera identità. Del resto, Giovanni Paolo II esortava i giovani dicendo “ non abbiate paura del futuro, perché il futuro siete voi”. Il futuro è, sarà, dovrà essere, sempre l’UOMO.
 
Gianfranco Tripodi