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CARO-MENSA: “HO UN ISEE ALTO MA NON PER QUESTO SONO BENESTANTE”

14 Ottobre 2013

Continua il dibattito sul caro-mensa. Di seguito riceviamo e pubblichiamo la lettera di Annalisa Landolfi, mamma di un bimbo che frequenta la scuola primaria Toscanini. 


Buongiorno dono la mamma di un bimbo che frequenta la Scuola Primaria Toscanini e mi occupo di fiscalità, bilanci aziendali e contenzioso. Vorrei precisare, in merito alla lettera "senza protocollo" inviata quest'oggi alle famiglie dall'assessore Silvestri, Assessore alle attività educative, che ai fini ISEE, relativamente al patrimonio mobiliare, non contano solo proprietà e fondi di investimento ma anche il denaro, quindi saldi di c/c, conti di deposito al 31/12/n-1 etc…che le famiglie hanno faticosamente accantonato negli anni di fortunato lavoro.

Questa variabile incide per il 20% sul calcolo ISEE, quello che incide maggiormente è la componente reddito (poiché in Italia si parte sempre dal lordo… ma quello che resta in tasca davvero alle famiglie pare che non importi allo Stato e ai suoi enti…), soprattutto se la famiglia ha la fortuna di non avere NESSUN DEBITO contratto per la casa (poiché gli altri debiti non rilevano… altra anomalia…)…

Parodossalmente se io ho un reddito alto ai fini IRPEF, questo poi è tartassato: siamo sicuri che in tasca mi resti quindi un importo tale per essere considerato "benestante"? Inoltre il calcolo ISEE è da considerarsi sulla situazione reddituale – patrimoniale relativa all'anno precedente: se abbiamo situazioni straordinare nell'anno corrente (cassa integraizione, perdita del lavoro, riduzione dello stipendio etc…), andiamo all'ufficio istruzione e viene cambiata la normativa riducendo l'importo del buono pasto? E' sicuro di questo, Sig.Silvestri? Il punto però non è solo la fascia ISEE, ma secondo Lei è giusto che le famiglie, soprattutto quelle in fascia massima ma non solo, si accollino l'onere di un buono pasto per il proprio figlio di 6,15 € al gg. rispetto anche al servizio offerto (6,50 € / gg. per i non residenti)?  E se poi vogliamo disquisire di ciò che è emerso dai conti pagati dal Comune alla Pellegrini, dal fatto che prima i Legnanesi non pagavano l'addizionale comunale, dal fatto che ogni servizio comunale è una salassata…  … Non sarebbe meglio semplicemente redimersi e ammettere di aver sbagliato, per una volta nella storia, applicando tariffe più consoni col servizio offerto nel rispetto dell'intelligenza e della partecipazione dei Legnanesi alla vita della città?

Est modus in rebus dicevano i latini, Sig. Silvestri…

Cordiali saluti.

Annalisa Landolfi

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