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BOLOGNA E LA SCUOLA PUBBLICA: MA DI QUALE VITTORIA STIAMO PARLANDO?

5 Giugno 2013

Egregio Direttore,
non riesco a stare in silenzio dopo aver letto la lettera inviata da rifondazione comunista riguardo il referendum di Bologna (qui il testo), poiché ancora una volta, si sta mettendo a tema la libertà di scelta educativa dei nostri figli e questo mi fa tremare le ginocchia!
Innanzi tutto desidero sottolineare il significato del termine “pubblico” nell’ambito dell’istruzione, poiché mi sembra venga un po’ distorto. La scuola è pubblica non perché è gestita dallo Stato, ma perché depositaria e dispensatrice di un bene comune e collettivo. 
A parte questa puntualizzazione, il punto è che a Bologna NON “ha vinto la scuola pubblica” come la lettera riporta, perché la gente NON è andata a votare! 
Al referendum bolognese ha partecipato il 28,71% degli elettori. L’affluenza alle urne è stata la più bassa mai registrata, anche rispetto agli altri referendum, in una città in cui normalmente vota il 70/80% della popolazione e SOLO il 16,8% dei cittadini ha votato per l’abrogazione del sistema esistente. 
Dunque, come si fa a dire che i bolognesi hanno scelto? Di quale vittoria stiamo parlando? Perché disinformare la gente?
La cosa che più mi sorprende è che i referendari continuano a leggere positivamente l’esito di questo referendum.
Leggendo la lettera di rifondazione, mi chiedo come si può parlare di “scuola pubblica di tutti, laica e gratuita”? Gratuita a chi? Cosa significa laica …che non ho il diritto di scegliere?
Ripeto ciò che già è stato ribadito con diverse lettere in redazione, che il nostro paese avrebbe bisogno di una scuola libera, nel Protocollo addizionale della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, vengono orientati i governi nazionali a una cultura di pluralismo istituzionale e di libertà di scelta educativa. Sarebbe necessario rivisitare il sistema di contribuzione fiscale permettendo alle famiglie di scegliere a chi destinare le proprie risorse per la formazione dei propri figli. Ricordo che oggi, le famiglie italiane che scelgono una scuola paritaria pagano due volte: la retta prevista e le tasse per un servizio di cui non usufruiscono.  
E’ ora che questi Signori si rendano conto della grande risorsa che le scuole paritarie rappresentano per il paese e della necessità di sostenere le famiglie nella responsabilità educativa invece di far prevalere la propaganda demagogica.
In questi giorni ho letto “la strada del realismo è l’unico antidoto alla ideologia”… non è il caso di cominciare a guardare in faccia la realtà?!!

Lettera firmata

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