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AMBROSIA NELLO STADIO COMUNALE, PERCHE' NON VIENE TAGLIATA?

17 Agosto 2011


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Buongiorno, vi scrivo per segnalare la condizione di completo abbandono del terreno presso lo stadio di Legnano G.Mari. Dalla manifestazione del palio (30 maggio 2011) il Comune si è ‘dimenticato’ di provvedere al suo mantenimento. 

Poichè il Comune sollecita i cittadini alla manutenzione, al taglio e alla pulizia delle aree verdi di propria pertinenza, mi chiedo perchè l'ufficio competente non adempia ai propri compiti? 

Chi vi scrive è una persona che soffre di allergia (ad esempio, ambrosia) e, vivendo di fronte allo stadio, ha visto un peggioramento della propria condizione di salute.

A completamento di ciò che vi ho esposto allego delle fotografie che evidenziano lo stato di degrado sopra detto. Ho già fatto presente della situazione al vigile di quartiere ma, ahimè, senza alcun risultato.

Cordiali saluti
Marta Salmoiraghi

Anzitutto, ci auguriamo per la salute della nostra lettrice e anche per quella di tutti noi che quella non sia ambrosia ma solo erbaccia.  Ad ogni modo, la situazione dello stadio e soprattutto l'incuria in cui versa da tempo dovrebbero avere le ore contate.
Grazie alla rinascita del calcio lilla e alla stessa opportunità, proposta dal Comune di Legnano, per una gestione ‘comunitaria’ del campo sportivo con altre società calcistiche, l'intero impianto, a breve, dovrebbe essere sottoposto a un lavoro di manutenzione che porrà fine ai disagi evidenziati nel messaggio.
Certo, risulta difficile chiedere ancora pazienza a chi sta soffrendo per un'allergia così fastidiosa, come appunto quella all'ambrosia, come non è facile far comprendere che una sistemazione dell'intero stadio comporta impegni economici soltanto un tempo assolutamente assorbibili dall'ente comunale. Oggi, la crisi e i tagli dei contributi all'economia locale portano invece anche a queste conseguenze.
Tuttavia, come scrive la lettrice, il controllore non puo' essere il primo a non rispettare le regole.
In conclusione, non si può  predicare bene e poi razzolare male. 
marco tajé

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