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AL RIONE S.PAOLO, VIETATO GIOCARE?

14 Luglio 2011

Direttore, buongiorno. Vorrei prima di tutto scusarmi se la mia lettera sia parsa al sig. Mario e all’altro attento cittadino come una presa di posizione contro l’operato delle forze dell’ordine, lungi da me tale intenzione, ho sempre spiegato ai miei figli che l’ osservanza delle regole è necessaria per una sana convivenza e che chi le fa rispettare a rischio della propria vita , deve essere senza dubbio ammirato e sostenuto. Ho redarguito i miei ragazzi sul fatto che non bisogna scavalcare la sera stessa, dando la mia piena adesione all’operato dell’ agente di Polizia , anche se lo ammetto, non avevo considerato un così alto numero di pericoli al di là della recinzione.

Mi auguro anch’ io che mio figlio cresca educato e magari anche con l’aiuto di papà e di tutte le brave persone ( che sono più di quelle che immaginiamo) che avrà modo di incontrare lungo il suo cammino. E’proprio il rispetto delle regole che mi ha spinto a scrivere a Legnano news, nessuna strumentalizzazione.

Come lei signor Direttore potrà confermare, nella mail di presentazione alla mia lettera , giravo la domanda su dove potessero andare a giocare( a pallone ) senza recare danno o disturbo a nessuno.

Il mio è stato uno sfogo in quanto non è la prima volta che mi vengono riferite le lamentele di alcuni residenti della zona ,magari sacrosante, ma che a volte, visti gli orari pomeridiani mi sembrano eccessive.

Sono certo del buon senso nell’ applicare le sanzioni da parte della polizia urbana, ma sarei più contento di poter dire a mio figlio QUI PUOI GIOCARE!

Distinti Saluti

LETTERA FIRMATA

Qui di seguito il dibattito intercorso tra i nostri lettori

1907_foto.jpg
‘Sai papà oggi in piazzetta è arrivata la Polizia del 113!’

E' stata la prima frase di mio figlio di 8 anni non appena sono rincasato dal lavoro.

Come mai? cosa è successo?

‘Dei ragazzini, stavano giocando a nascondino nel palazzo non ancora abitato poi è arrivata la polizia e li ha sgridati, dicendo che la prossima volta gli fa la multa, hanno anche detto che non possiamo più giocare a pallone, anzi che possiamo giocare piano (sarà vero ?). Comunque, dopo siamo andati a casa di un nostro amichetto e abbiamo giocato alla PLAY STATION!’

Come? Avete giocato alla Play invece di stare fuori a giocare?
La mia risposta indignata. Lo sanno tutti che è meglio svagarsi all’aria aperta che rimanere incollato ai video game!

Potevate andare ai giardinetti!
‘Ma papà lo sai che non possiamo giocare neanche lì e non possiamo neanche giocare nel piano piloty del nostro palazzo perché non vogliono! DOVE POSSIAMO ANDARE A GIOCARE?’

Ho tolto le scarpe e desolato sono andato a fare la doccia senza dargli una risposta. Dopo essermi rinfrescato le idee, ecco la soluzione.

0711_comune_5.jpg C'è il campo di fronte ai giardinetti, lì sicuramente non darete fastidio a nessuno, sembra il posto più adatto per una bella partita di calcio. 
‘Papà! è pieno di spine e abbiamo visto anche dei topi che giravano lì intorno’. 

Mi è venuta in mente la frase di Leopardi ne “ Il sabato del Villaggio” … I fanciulli gridando su la piazzola in frotta , e qua e là saltando , fanno un lieto romore; e subito dopo la frase del nuovo Regolamento Polizia Urbana Legnano 2011 

art. 40 comma c, che vieta di giocare a calcio fuori dalle aree allo stesso destinate.
 
Mi piace immaginare i ragazzini del Leopardi con un pallone tra i piedi e sono certo che il vigile del paesello si sarebbe fermato anche lui a fare due tiri in compagnia.

Scusate, ma qui siamo a Legnano, una città a misura di bambino, se non erro!

LETTERA FIRMATA

Egregio Direttore, leggo, non certo senza sorpresa, il contributo di un Suo lettore riguardo l’intervento delle forze dell’ordine in zona San Paolo contro il libero diritto di svago dei bambini.

Rimango stupefatto di come sia possibile esasperare e strumentalizzare la realtà e mi auguro che il lettore abbia mal interpretato, stanco da una giornata di lavoro, il racconto del figlio, probabilmente più emozionato dal poter raccontare al papà di aver visto da vicino una pattuglia della Polizia che impaurito dagli agenti.

Conosco bene quella zona, anche i miei figli hanno spesso modo di giocare in quei parchetti, nessuna opera di ossessiva vigilanza mai è stata messa in atto ne dalla Polizia Locale, men che meno da Carabinieri o Polizia di Stato, i bimbi giocano liberi e, come normale, alla loro età, un poco chiassosi e pieni di vita senza che vi sia “repressione” delle forze dell’ordine; gli unici “rimproveri”, forse, arrivano, da qualche condomino lì residente che reclama, neppure tanto spesso, il silenzio e la tranquillità.

Il lettore stesso ammette che al figlio non è stato impedito di giocare a palla, salvo forse un bonario invito, magari, dell’agente a farlo senza troppo disturbare, appunto, chi desidera ed ha diritto alla tranquillità; gli agenti hanno, invece, doverosamente chiesto ai ragazzi di non entrare in una palazzina disabitata o meglio, non ancora abitata, a tutela, certo, della proprietà privata (e non del pubblico parco) ma, soprattutto, in difesa dell’incolumità dei bimbi.

Pensi a cosa sarebbe potuto succedere se, giocando a nascondino, in un palazzo disabitato qualcuno fosse caduto, facendosi male o, semplicemente, fosse rimasto intrappolato dietro porte richiusesi dietro il suo passaggio senza la possibilità di essere trovato da nessuno in quanto nessuno risiede in quella struttura.

E’ solo di qualche settimana fa la notizia, proprio a Legnano, di una ragazzina che proprio giocando a nascondino si era persa negli scantinati di un’abitazione in zona Gorizia e ritrovata solo dopo l’intervento e la mobilitazione dei Carabinieri.

Personalmente plaudo al prezioso lavoro delle forze dell’ordine che forse avrebbero ben altro di cui occuparsi ma che trovano, sempre, il tempo di dedicarsi anche alla più piccola nostra esigenza, invece, di più, temo la mancanza di vigilanza, non il suo eccesso, specie in queste strutture disabitate potenzialmente rifugio di sbandati e senzatetto.

Riguardo al regolamento di Polizia Urbana, della cui applicazione, tra l’altro, non è competente la Polizia di Stato ma le forze Comunali di Polizia, esso è, indispensabile, come tutti i regolamenti, per evitare di lasciare la possibilità a chi vuole esagerare di farlo. Giocare a palla, di per se', potrebbe essere pericoloso, chiassoso e distruttivo se a farlo non fosse un bimbo di otto anni (che più che “giocare a palla” da qualche calcio al pallone) ma una squadra di ragazzi ben più adulti, scalmanati e magari alticci, senza una regola, nessuno potrebbe vietare loro di farlo; il divieto è da applicarsi, così come tutto, “cum grano salis” e così, fin ora, è stata applicato dai nostri “Vigili” (mi passi il termine Vintage) che, tra l’altro, altrove in queste pagine, dai residenti in Sant’Ambrogio, sono accusati di eccessiva “manica larga” nel non sanzionare gli indisciplinati (provate a chiedere loro se sarebbero disponibili a far giocare a palla i ragazzi dalle loro parti).

La ringrazio dell’attenzione e Le rivolgo cordiali saluti

LETTERA FIRMATA

Direttore, intervengo anch'io dopo aver letto quanto pubblicato da due miei diversi concittadini.

Leggendo le lettere pubblicate, mi torna alla mente un episodio della mia infanzia, erano i primi anni '80 quando io, allora poco più grande del figlio del Suo lettore, mosso dall'incontenibile curiosità che colpisce irrimediabilmente i bambini a quell'età, più volte mi introducevo in un cantiere edile abbandonato che sorgeva nel quatiere dove abitavo.

Un giorno, io e la mia piccola ‘banda’ di amici coetanei, eravamo nel cantiere quando abbiamo visto arrivare una macchina dei Carabinieri, chiamata da chissachi, certo allarmato dall'udire rumori che la non dovevano esserci. Ebbene, scaltri e veloci come si può essere solo a quell'età, siamo sgattaiolati fuori dal cantiere evitando di incontrare i militari che, nella nostra mente infantile, eravamo convinti, volessero arrestarci.

Ritornati a casa, anche io, ho raccontato l'accaduto ai miei genitori, mi ricordo ancora i rimproveri ricevuti, ma soprattutto la gratitudine che loro hanno dimostrato all'arma per averci tolto da un pericolo certo.

Da quello e da altri episodi, crescendo, ho imparato l'importanza nel rispetto delle regole ed il piacere di poter sempre contare su qualcuno in divisa che vigila a mia tutela.

Oggi, invece, il mio, credo, coetaneo o giù di li, di fronte ad una situazione analoga, scrive ai giornali per attaccare la Polizia e le regole del Comune, auguro a suo figlio, di crescere educato anche senza l'aiuto di papà. Grazie per aver raccolto anche lamia opinione.

Distinti saluti.

Mario R.

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