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A PROPOSITO DEI DIBATTI ROM: NON C’E’ SPAZIO SULL’ODIO RAZZIALE

10 Febbraio 2012

Gentile direttore,
in questi giorni seguo con intere sse il dibattito che si e' creato sul problema dei rom, generato da un'infelice esternazione del candidato sindaco Daniele Berti, a cui è seguita una approfondita e articolata risposta del .prof. Restelli.

Gli interventi successivi mi hanno lasciata quanto meno amareggiata per il contenuto neppure troppo velatamente razzista. Mi rifiuto di mettere a confronto i discorsi da bar che si fanno tra conoscenti benpensanti e l'approfondimento storico, serio e competente di un intellettuale, ma ritengo che il nocciolo della questione sia ben più grave.

In tali interventi si parla in modo superficiale dei rom, della loro storia e della loro non facile integrazione,ma .potrebbe benissimo trattarsi di altri " diversi "presenti nella nostra società. Il pensiero che sta alla base di tali esternazioni, in alcuni punti, mi si permetta, poco chiare e senza un minimo di analisi storica,è decisamente pericoloso perchè contiene in sè il germe della ideologia razzista,che ben sappiamo cosa ha significato per la storia dell'umanità.

Se la storia ci ha insegnato a non ricadere negli stessi errori, dopo quello che è successo con l'Olocausto, le foibe, i gulag,le pulizie etniche….oggi non ci può essere più spazio per l'odio razziale.

Grazie per l'attenzione.

Maria Carla Vignati

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Egr. Direttore,

Dna, rom, integrazione, soluzioni (finali?), sindaci e candidati sindaci, parole che dette al bar volano nel vento ma scritte rimangono imperiture nel tempo (specialmente con internet!), a tutti i legnanesi interessati a questi argomenti consiglio la lettura di quest'articolo di Lorenzo Cairoli pubblicato su La Stampa che parla di Calì, l'undicesima città più pericolosa del mondo. Ma che c'azzecca con noi e i nostri problemi?

Anche qui si tira in ballo il DNA in modo scientificamente improprio per spiegare la litigiosità dei caleños, gli abitanti di Calì, dove nel 2011 ci sono stati 1.720 omicidi!?! (giornalisticamente la frase rende bene, Cairoli non è candidato sindaco, al massimo gli faranno la pelle al prosimo viaggio in Colombia).

Ma è la fine dell'articolo che può aiutarci: la speranza di un mondo "geneticamente" migliore è riposta nella forza dell'idea di un rettore adottata da un sindaco, non in una soluzione unica e definitiva partorita dai "grandi della terra".

Non so se si usa ancora ma viste tutte queste analogie io al futuro sindaco proporrei un gemellaggio con la città di Calì, che nonostante tutto, mi sembra di intuire offra interessanti attrazioni!

Per l'articolo integrale pubblicato da La Stampa, cliccare qui

Franco Scandroglio

 

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