“Foibe… cinquant’anni di silenzio”, a Legnano lo spettacolo per il Giorno del Ricordo
Appuntamento domenica a Palazzo Leone da Perego
Uno spettacolo di racconti, musiche e testimonianze organizzato e promosso dall’amministrazione comunale per celebrare il Giorno del Ricordo: “Foibe… cinquant’anni di silenzio” andrà in scena domenica 12 febbraio alle 17 a Palazzo Leone da Perego con l’attrice Rina Mareggini (voce recitante), il Maestro Lorenzo Munari alla fisarmonica e alcune proiezioni. La pièce è basata su testimonianze storiche e racconti sui massacri perpetrati nelle foibe alla fine della seconda guerra mondiale e alterna le letture a brani di musica etnica.
Rina Mareggini, attrice e autrice, dal 1985 lavora con il regista Silvano Morini e nel 1997 è stata fra i fondatori della Compagnia Teatro Nuovo di Scandiano. Ha realizzato progetti culturali in ambito sociale riguardo la Resistenza, la Shoah, la strage di Bologna, i Balcani, la condizione femminile, la violenza di genere con letture e performance. Ha lavorato in trasmissioni televisive con Forum e Amore Criminale. Ha scritto lo spettacolo musicale “Rose rosse per te” e ha curato drammaturgia e regia dello spettacolo sulla Grande Guerra “Cara mamma… vi prego”.
Lorenzo Munari è stato fra i primi musicisti in Italia a conseguire diploma di fisarmonica classica al Conservatorio “Rossini” di Pesaro ed è laureato in Musicologia al Dams di Bologna. Vincitore di diversi concorsi, ha rappresentato l’Italia al Trofeo mondiale di fisarmonica in Portogallo ottenendo il terzo premio. È stato tra i fondatori della Scuola musicale Luigi Valcavi di Carpineti. Nella sua attività ha sperimentato vari tipi di ensemble, ha composto musiche per spettacoli teatrali, ha registrato un cd con musiche di Piazzolla eseguite al bandoneon. È direttore della Fisorchestra Luigi Valcavi.
L’ingresso allo spettacolo è libero.
Il ricordo dell’esodo istriano
Furono 300mila gli italiani che lasciarono il territorio passato alla Jugoslavia, minacciati dall’eliminazione fisica di persone in parte ritenute colpevoli di complicità con la politica antislava e la repressione violenta del precedente regime fascista, in parte considerate ostili in quanto italiane, in parte solo “irriducibili” al nuovo regime comunista che si andava imponendo (una ricostruzione complessiva valida si trova nel documento della Commissione Italo-Slovena, frutto di un lavoro quasi decennale degli storici).
Per quanto le modalità di eliminazione siano state diverse, simbolicamente le violenze sono rappresentate dalle foibe, le cavità naturali usate per far sparire i corpi.
Il “Giorno del Ricordo” cade il 10 febbraio, anniversario dei trattati di pace di Parigi, imposti all’Italia a fine della Seconda Guerra Mondiale, che comportarono la perdita delle colonie, di tre province tra Venezia Giulia e Dalmazia (a favore della Jugoslavia), di tre Comuni sulle Alpi Marittime (a favore della Francia).
Il Giorno del ricordo è stato istituito dalla Repubblica nel 2004, “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
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