“Concerto di Natale” nella chiesa di Santa Croce a Mazzo di Rho
Parteciperanno l’Orchestra Filarmonica dei Navigli di Milano, oboe solista Ruggero Tacchi e il Coro Ambrosian Chant, sotto la direzione musicale ed artistica del Maestro rhodense Giovanni Scomparin
Sabato 17 Dicembre 2022, alle21, nella chiesa di Santa Croce a Mazzo di Rho, si terrà il “Concerto di Natale”. Parteciperanno l’Orchestra Filarmonica dei Navigli di Milano, oboe solista Ruggero Tacchi e il Coro Ambrosian Chant, sotto la direzione musicale ed artistica del Maestro rhodense Giovanni Scomparin. A patrocinare l’evento musicale il Comune di Rho, in collaborazione con “Associazione Gruppo Culturale Amici di Mazzo” (AGCAM), l’Ufficio Liturgico Pastorale della Diocesi di Milano, il sostegno morale della Regione Lombardia con la presenza di Carlo Borghetti, Vice Presidente del Consiglio Regionale Lombardo. Sul leggio pagine di musica di mirabile bellezza e particolare fascino, scelte appositamente per dare al concerto un tema specifico: “La luce”. Di seguito la locandina e un comunicato a cura di Emilio Cazzaniga dell’AGCAM.
Gli antichi la chiamavano Lux Aurumque (luce dorata), che rende tutto magico e per qualche tempo ci fa tornare bambini. Questa luce, tipica solo nei giorni del periodo natalizio, è la luce della speranza, la luce delle candele in chiesa per le domeniche di Avvento, la luce dei nostri occhi, la luce delle luminarie alle quali, nonostante la crisi energetica, non possiamo rinunciare, la luce della festa, anche se più povera per molti e più opulenta per pochi. La luce dei suoni e delle voci che finalmente possono liberarsi e liberare la melodia festosa dei canti. I brani di J.S. Bach, Haendel, B. Marcello e poi Morricone e Migliavacca, saranno i veri protagonisti di questo concerto, che già dal programma desta interesse e curiosità, assieme ad alcuni canti tradizionali di Natale che fanno parte della nostra cultura e memoria storica. Laude e monodie, corali e pagine di musica di mirabile splendore, per dare una nuova luce dorata a questo Natale, nella speranza che le voci terribili dei cannoni siano oscurate dai suoni dell’orchestra e dalle voci dei nostri cantori. Il programma della serata comprende: -J.S. Bach: dalla Suite per orchestra n. 3, un brano sublime che desta serenità, un autentico “gioiello musicale”; -Jerusalem: antico inno Inglese, che la Regina Elisabetta II amava in modo particolare, più del famoso “God Save the Queen”; -Gabriel’s oboe di Morricone: tratto dal film Mission, capolavoro dedicato al Maestro scomparso nel periodo del COVID; -Adagio dal Concerto per Oboe di B. Marcello: altro capolavoro dedicato alla nostra Venezia e a tutta la cultura, che nel periodo del COVID ha sofferto in particolare modo un’oscurità mai vista prima.
Da qui la luce dei brani, luce presente nella loro caratteristica di gioia e speranza: “Brilla una luce in cielo”, “S’accese un astro in cielo” e poi la delicatezza di brani quali “Su moviam pastorelli” e “La nuit” dal film Le chorist. Vogliamo vivere una serata piena di stupore ascoltando la musica, cosi come S. Agostino si stupiva nel sentire i primi inni di canto ambrosiano alla fine del IV secolo, brani intrisi di una bellezza assoluta quanto il capolavoro della Natività del Botticelli, utilizzata per il manifesto del concerto. Era il 22 dicembre 2019, quando si potevano ascoltare le ultime note del celebre canto “Tu scendi dalle stelle”, intonato da tutto il pubblico, come in un comune abbraccio avvolgente e nessuno poteva da lì a poco presagire la tragedia che si sarebbe scatenata a livello mondiale. Una pandemia che sarebbe entrata in ogni nostra casa e che avrebbe sconvolto ogni nostro modo di vivere, un nemico invisibile ma non meno violento, che avrebbe infierito su tutti e su tutto. Sono scomparse persone, affetti, beni economici, una vita condizionata e cambiata in pochi istanti, un incubo per moltissime persone. C’è chi suonava sui balconi per mitigare la situazione, c’erano appuntamenti on-line per sentirsi più vicini e uniti ogni giorno, ma una delle cose che era sparita era la musica dal vivo. I primi a dover abbandonare il palco e gli ultimi a riprendere, sono stati proprio i musicisti e i coristi, in questi tre anni di lunga e sofferta assenza; anche nelle chiese i cori dovettero essere ridotti ai minimi termini. Una sofferenza senza limiti temporali, ha raccontato anche del vero valore della musica nella società, quando essa non poteva essere espressa per i noti divieti. Ritorna fortemente desiderata e voluta la musica nei luoghi più tradizionali: nei teatri, nelle sale da concerto e nelle chiese, luogo che da sempre ha visto il prodigarsi di musicisti, precursori i monaci che lavoravano e pregavano nelle cadenze tipiche della giornata (ora et labora). Ci eravamo fermati a quella giornata del 22 dicembre 2019, ed ora, tre anni dopo, si riprende con il canto e la musica. La luce è ritornata!
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