Sanremo: da “Oltre il Festival” le pagelle di Luca Mondellini, seconda serata
Con Luca Mondellini, collaboratore videomaker e appassionato di musica, ecco la seconda serata dall'Ariston con tutte le pagelle
Seconda serata dall’Ariston di Sanremo
Ed eccoci alla seconda serata, oggi vista nel maxischermo di Oltre il Festival a Villa Nobel. Serata miracolosamente finita presto, praticamente sorretta da un Checco Zalone incredibile. Amadeus ormai pienamente calato nella parte, si sente a casa e se la gestisce come vuole. Parte con un omaggio a Monica Vitti e poi dritto per la sua via, potrebbe fare qualcosa in più, manca un po’ di incisività.
Lorena Cesarini ammetto che non la conoscevo, e ammetto che mi è molto dispiaciuto come sia stata caricata di un peso, proprio lì, all’inizio della serata, che si è portata per tutto il tempo. Quel monologo (infinito) subito verso le 21, che si avvertiva che aveva a cuore ma con gli autori è stato trattato con banalità, così ha perso tutto il suo spessore. Trattare un tema serio in modo banale è possibile farlo, stasera abbiamo visto come. Mi spiace per la Cesarini, vittima di un lavoro autoriale che ha avuto una pecca grossa, sul contenuto e sul ritmo: l’esito finale è che ci siamo tutti un po’ stufati.
Tutt’altro lavoro di scrittura con Checco Zalone, capace di trattate tematiche “scomode” come le storie di trans e escort in modo geniale, ironico, pungente e allo stesso tempo dando il giusto peso alla cosa, interrogando il pubblico sul perché il “diverso” ci fa paura. Torna poi con “Poco ricco”: praticamente un tutorial ad alcuni dei cantanti per come scrivere! Il virologo di Cellino San Marco è la ciliegina sulla torta. Un milione di cose da dirti di Ermal Meta, rimane un gran pezzo, dentro la grande televendita infiocchettata nella Costa Toscana.
Arriva all’Ariston oggi anche Laura Pausini, che al contrario dei Maneskin, rinnega la sua storia e non ci canta “La solitudine”: ero qui pronto ad aspettarla. Gran voce, ma non c’era da dubitare, in un pezzo interessante, dove l’influenza di Madame si sente notevolmente eppure sembra cucito sula Pausini. Gag carina con Mika e Cattelan: questo trio all’Eurovision promette bene, il palco lo tengono da Dio. Tranquilli ragazzi, tra 100 giorni siamo là.
I due inni per Milano-Cortina 2026 fatti da Arisa e Malika Ayane devo dire che di inno non hanno proprio nulla, una povertà di testo notevole. Loro due però rimangono delle grandi voci, anche se cantassero le pagine bianche farebbero comunque successo!
Andiamo ai brani:
Sangiovanni con Farfalle porta a Sanremo un pezzo dance, testo banale, la musica fa un po’ da collante e tiene insieme cocci di qualcosa di frammentato. Il ragazzo è giovane, ne ha di strada da fare, è cosciente pure lui, eppure il palco lo regge alla grande, ma non basta.
Giovanni Truppi con Tuo padre, mia madre, Lucia porta il cantautorato a Sanremo. È il posto giusto, mi chiedo?! La canzone ha un bel testo, la voce lo tradisce e fa fatica a spiccare, eppure mi sembra un povero pesce fuor d’acqua.
Le Vibrazioni con Tantissimo. Parto dal fatto che pensavo si fossero sciolti, loro portano a Sanremo un pezzo giusto per loro. La performance non è delle migliori: parecchie le stonature mascherare con strascichi di voce. Potevano osare.
Emma con Ogni volta è così. La prima domanda sorge spontanea: dove cavolo è la voce? Non pervenuta! Eppure il suo tono graffiante dovrebbe lasciare il segno….
Matteo Romano con Virale. Sorge spontanea la domanda: ma dove salta fuori questo pischello? Cosa ci fai all’ariston? Mi spiace perchè hai una faccia giovane e fresca, per il resto inconsistenza.
Iva Zanicchi con Voglio amarti. Una parola sola: immensa. A 82 anni manda visibilio tutto l’Ariston e anche noi da casa facciamo la standing ovation. È la nonna che tutti vorremmo avere, e la voce ancora c’è!
Ditonellapiaga e Rettore con Chimica. MAMMA MIA! Che roba ragazzi! Ritornello spumeggiante che non riesco a togliermi dalla testa, pezzo azzeccassimo per Sanremo. Ironia pungente e una grinta pazzesca. Ammetto che non gli avrei dato 2 lire, eppure che bomba!
Elisa con O forse sei tu. Lei è una fuoriclasse, lo sappiamo. Eleganza e voce incredibile, perfetta, forse troppo. Dal primo ascolto cosa rimane però? Un compitino ben fatto, preciso, un po’ come i secchioni a scuola. Ma basta questo per conquistare il pubblico? Facile con la sala stampa ma il televoto sta arrivando….
Fabrizio Moro con Sei tu. Anche qui abbiamo il classico pezzo di Moro, nelle sue corde, melodia sempre uguale, che si appoggia bene con la sua voce. Ordinario, a Sanremo forse ci vuole lo straordinario…
Tananai con Sesso occasionale stonato come una campana sala sull’Ariston. Prova a portare un po’ di spensieratezza ma il risultato è abbastanza fallimentare. Riprova e forse sarai più fortunato.
Irama con Ovunque sarai porta qualcosa di diverso, insolito per il suo genere, che fa emergere la sua buona voce. Apprezzo che abbia voluto osare e non portare le fotocopie di pezzi come Nera, Mediterranea, ecc… (anche se ammetto che sento la nostalgia!).
Aka7even con Perfetta così è per me una novità. Ammetto che non lo conosco eppure qualcosa di interessante sembra nascondersi dentro questa performance. Datemi un’ascolto in più per inquadrarla, eppure qualcosa c’è.
Highsnob e Hu con Abbi cura di te portano un bel testo a Sanremo, con delle immagini non banali, pesate. La performance non mi fa impazzire, tante sono le cose che non mi tornano per nulla, eppure c’è una sofisticatezza nascosta che ancora bisogna mettere a fuoco.
A fine serata la classifica generale premia i compitini fatti bene, niente tanti colpi di scena. Sono alla ricerca della sorpresa, che ancora non vedo, per adesso mi accontento di canticchiare in loop: “è una questione di chimica chimica, chi-chi-chi-chi-chi-chi chimica chimica”
Luca Mondellini
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