Visita al museo riaperto: il Maga di Gallarate si prepara per il 2021 con Coubert e Missoni
Riapre il museo, con due mostre aperte, una in arrivo, un evento per i 100 anni dalla nascita di Ottavio Missoni. Mentre proseguono i lavori sui nuovi spazi
I tempi che viviamo sono incerti, ma il museo Maga è tutto un cantiere. Cantiere fisico – con gli operai e i muratori al lavoro sui nuovi spazi – e anche un cantiere d’idee, che non rinuncia a progettare, a proporre, a studiare nuove mostre.
Martedì mattina il museo ha riaperto, sfruttando subito la possibilità data dal ritorno in zona gialla. L’attività, però, non si è mai fermata: lo ricorda la bacheca nell’atrio, dove vengono appese le locandine degli eventi online e delle attività in digitale. L’ultima – la conferenza sugli impressionisti tenuta dalla direttrice Emma Zanella – ha registrato centinaia di partecipanti, tra Facebook e zoom.
Riapre il museo e lo fa con le due mostre in corso, a ingresso gratuito e con prenotazione consigliata. Da un lato c’è “Lo spettro di Malthus”, l’audace ricerca di Marzia Migliora, con opere inedite e il ricorso alla tecnologia digitale (la discesa in una miniera di sale, attraverso visori 3D).
Nelle “balconate” è invece allestita “La Fantasia è un posto dove ci piove dentro”, l’interessante percorso disegnato da Alessandro Castiglioni, vicedirettore del museo, che con propone una rilettura delle Lezioni Americane di Italo Calvino attraverso l’arte contemporanea novecentesca. Le parole chiave di Calvino – leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità – risuonano nelle opere selezionate nella Collezione Permanente del museo. Si ritrovano così pezzi di assoluto valore – come due Fontana – e anche opere che riecheggiano – come le lune di Luca Missoni – più recenti ricerche legate al Maga.
La Sala degli Arazzi, nell’attuale allestimentoIn occasione del centenario della nascita, il Maga celebra poi il genio multicolore di Ottavio Missoni: lo fa riallestendo la Sala degli Arazzi, eredità della fortunata mostra Missoni Arte e Colore del 2015. L’apprezzato spazio, diventato quasi simbolo del museo, verrà proposto in inedita veste, con l’introduzione di altre opere, in vista dell’11 febbraio, anniversario della nascita del grande stilista (ci sia consentita la sottolineatura: a ridosso del Giorno del Ricordo, è anche un bell’omaggio a Missoni dalmata esule della città di Zara).
La grande attesa è poi per la riapertura completa del museo con una nuova mostra, “Impressionisti. Alle origini della modernità”, in calendario in primavera. Da Gericault a Courbet, da Manet a Renoir, da Monet a Cézanne a Gauguin, a Boldini e De Nittis, con opere provinienti da diverse collezioni pubbliche e private italiane e francesi.
Intanto va avanti anche il cantiere “fisico”, nell’ala in cui sta prendendo forma giorno dopo giorno la struttura in soppalco che consentirà di ampliare gli spazi e di trasferire una parte della biblioteca civica (dando corpo al cosiddetto “Polo culturale”).
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